27
marzo 2011

ARABESQUE E LE ALTRE: I MIRABILI FLUTTI DELLA PERSONALITA’

ovvero: come nelle vene di una villa di Acapulco scorrerà sempre qualche goccia del buon sangue del barone Enrico Di Portanova
Posted by il 27 marzo 2011

Ci sono case che non sono state costruite semplicemente per accogliere e proteggere una persona e la sua famiglia, ma per diventarne quasi una estensione fisica, come se i muri e gli oggetti dovessero custodire per sempre una porzione del suo spirito, talmente vasto o speciale da far fatica a restare racchiuso nei confini del solo corpo che gli appartiene. Ho sempre pensato che in queste dimore sia racchiusa l’essenza stessa dell’opera d’arte, perché il loro significato trascende il loro aspetto esteriore per raccontare la complessità interiore non di un solo sentimento, di una sola intuizione, di una sola visione, ma di una intera vita. Osservarle quindi non può limitarsi ad un giudizio estetico (che la loro eccentricità spesso porterebbe ad essere superficialmente impietoso) ma automaticamente proietta nella dimensione del loro creatore, nei suoi sogni, nel suo genio, nelle sue miserie come nei suoi splendori, che essa può raccontare senza pudore.

Nella mia vita ho sempre dato la caccia a queste opere rare, e finisco ogni volta per lasciarmi  appassionare dalle loro storie, indissolubilmente intrecciate alle vite straordinarie dei committenti che hanno saputo dato vita a simili progetti: dal Royal Pavillion di Giorgio IV al Vittoriale di Gabriele D’Annunzio, dal Castello di Neuschwanstein di Ludovico II di Baviera alla insuperabile Rocchetta Mattei di Cesare Mattei , ma molto più spesso anche dimore meno note e spettacolari. Il tratto che le accomuna è sempre lo stesso: la completa emancipazione da ogni schema e l’essere intrise di una personalità talmente spiccata da trasformare ogni dettaglio in una propria incarnazione.

 Una scoperta relativamente recente è quella di Villa Arabesque, la visionaria creatura messicana del Barone Enrico (detto Ricky) Di Portanova e di sua moglie Sandra Hovas, identificata grazie alle immagini iconoclaste della fotografa messicana Daniela Rossell.

La storia di Arabesque è un affascinante feuilleton la cui fine non è ancora stata scritta, e trovo che meriti un post in più atti – anzi direi quasi un kolossal – per inquadrare l’architettura del luogo nel sogno visionario dell’uomo, e della donna, che l’hanno reso possibile.

PARTE 1 – INTRODUZIONE: I MIRABOLANTI FLUTTI DELLA PERSONALITA’

PARTE 2 – RICKY DI PORTANOVA: SUN, SEX E SPAGHETTI

PARTE 3 – LA CASA DI HOUSTON: PROVE TECNICHE DI MEGALOMANIA

PARTE 4 – VILLA ARABESQUE: IL PALAZZO DEI DESIDERI

PARTE 5 – ACAPULCO BY WINTER: LE IRRIPETIBILI STAGIONI DI VILLA ARABESQUE

PARTE 6 – OGGI: INTERROGATIVI E PROSPETTIVE DI UN OGGETTO ORFANO DI UN EPOCA

Per saperne di più:

Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *