13
febbraio 2011

IL TENERO SURREALISMO POP DI YUM YUM

ovvero: come nei giocosi progetti di un duo londinese i temi e le linee dell'arte Lowbrow hanno plasmato una intera combriccola di deliziosi balocchi
Posted by il 13 febbraio 2011

Dovrei gironzolare più spesso su Behance: si fanno sempre degli incontri interessanti. Come quello con questo duo di illustratori e animatori inglesi, Beth Algieri and Jonny Plummer, in arte Yum Yum che mi hanno ulteriormente avvicinato all’ultima frontiera del Surrealismo Pop: i Toys.

 

Il Pop Surrealism (indicato da taluni anche come Lowbrow) è una accattivante corrente artistica contemporanea che dai primi anni ’80 non cessa di allargare il proprio raggio di azione e il proprio consenso presso fasce di pubblico completamente diverse tra loro, ognuna attirata da una diversa chiave di lettura del fenomeno. Nato in California, con le opere di alcuni artisti underground legati al mondo dei fumetti, dei tatuaggi, degli hot-rod e della musica punk, il Surrealismo Pop ha aggregato sotto il suo comune denominatore artisti diversi accomunati da un sarcasmo tagliente ma delicato, dal gusto per una iconografia inconfondibile che mescola continuamente dettagli macabri ed atmosfere naif e soprattutto da un atteggiamento disincantato nei confronti del mondo dei consumi e della pubblicità con cui ha scelto di non entrare in conflitto ma in vigile (e proficua) convivenza.

Quando diversi anni fa vidi per caso una copertina illustrata da Mark Ryden, con il suo classico corredo di bambini dai grandi occhi languidi, bistecche perdute, teste di Lincoln, coniglietti feriti e tendoni da circo, ricordo che persi immediatamente la testa. Ho poi scoperto le visioni dantesco-disneyane di Camille Rose Garcia, i colti still life e ritratti di Marion Peck e l’evocativa eleganza del tratto di Shag (che a proposito di quanto detto sopra definisce il proprio lavoro “artwork that celebrates consumerism and consumption”), ognuno capace di completare con il proprio stile inconfondibile la definizione di una corrente sempre più solida.

Dai lavori di quei primi esponenti americani (quasi tutti basati a Los Angeles) i temi del surrealismo pop non hanno smesso di conquistare nuovi seguaci e appassionati contagiando rapidamente anche illustratori ed artisti nipponici, britannici, ma anche italiani come l’amatissima e schiva Nicoletta Ceccoli, poetica illustratrice di fiabe noir per adulti e bambini.

Pian piano gli artisti Lowbrow, coerenti alla propria vicinanza programmatica alla società reale  e consumista, si sono emancipati dalla sola pittura avvicinandosi anche alle tecnologie digitali (in primis la modellazione in 3D, ma anche l’animazione) ed alla produzione seriale (in particolare della plastica), senza disdegnare la  trasformazione dei propri lavori da opere a veri e propri prodotti. Una scelta lucida e serena, si direbbe, più che una conseguenza subita della propria posizione ai confini dell’art system, e come tale infatti gestita con misura, attraverso edizioni limitate di opere sempre più spesso tridimensionali la cui natura ingenua e bambolesca ha portato spontaneamente a prendere la forma di strani balocchi in vinile, Toys appunto.

I primi che ho scoperto sono stati quelli di Gary Baseman, sempre famelico di sperimentazioni “beyond canvas” dalla moda alla TV, dalla pubblicità ai toys vinilici (come i celebri Toby, Chou Chou e Hot Cha Cha Cha). Poi nel 2010 leggendo un numero di Espoarte, mi sono accorto che nella metà retrostante della rivista era spuntato un flip magazine Object.fm dedicato alla filosofia degli oggetti, che mi ha permesso di capire lo spessore raggiunto dal dilagante fenomeno della Toys Mania. E’ lì che ho potuto scoprire anche molti altri lavori – vinilici e non – che non perderei tempo a collocare da un lato preciso del sottile confine tra design e arte, ma che trovo più interessante osservare con divertito piacere, come i pupazzi di Boris Hoppek, Dkillerpanda e Mr. Clement.

Mr. Pop Corn, uno dei personaggi della collezione Toys Series n.1 di Yum YumI designer di Yum Yum non hanno avuto la pretesa di definire opere d’arte i propri balocchi e forse anche questo li rende subito familiari: innocui giocattoli di eccellente design da cui lasciarsi divertire, ispirare e forse anche tentare dall’idea di farne dei meravigliosi Playmobil reloaded, con cui trascorrere un indimenticabile pomeriggio di completa regressione all’infanzia. E anche in questo così elegantemente figli della cultura surrealista pop da meritare questa introduzione.

Arnie, uno dei toys della collezione Heroes and Villains di Yum YumLe prime collezioni presentate da Yum Yum (per ora non disponibili sul mercato) sono al momento due: Toys Series n°1 e Heroes and Villains. La prima si diverte ad esplorare alcuni temi simbolici della cultura americana, dall’hot dog ai Blue’s Brothers condendoli con quella sfumatura di cattiveria molto Lowbrow che non disdegna citazioni splatter, strumenti da serial killer e orecchie mangiucchiate. La seconda gioca intorno al tema delle insidie metropolitane tra semipericolosi teddy boy, vecchiette esperte di arti marziali e piovre tantatrici cariche di alimenti grassi e ipercalorici.

Gran, uno dei toys della collezione Heroes and Villains di Yum YumGli Yum Yum sono anche promettenti animatori, come dimostra questo loro primo (credo) short. Attenzione ai dettagli… soprattutto al cartello stradale…

Per saperne di più:

  • il sito ufficiale di Yum Yum
  • il libro di Kristen Andersen Pop Surrealism, the rise of underground art
  • il blog di Vinyl Monster, completamente dedicato alla toys mania
  • …e non mancherà qualche prossimo articolo sul blog per approfondire alcuni degli autori lowbrow citati nel post…
Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

4 Responses to “IL TENERO SURREALISMO POP DI YUM YUM”

  1. Federica

    BELLISSIMI!!!! LA SIGNORA CON IL MAIALINO – CAGNOLINO E’ UN GIOIELLO TUTTO PER ME! GRAZIE!

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  2. Gaia

    nn capisco tanto il senso di mr pop corn nudo ma gli altri sn bellixximi!!!!!!!

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    • Francesco Catalano

      Hai ragione Gaia, la nudità di Mr. Pop Corn è un po’ misteriosa… però bisogna ammettere che valorizza la forma a pera assunta dalla sua pancia a forza di mangiare pop-corn 😉

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