26
marzo 2010

MINIMALISMO PUCCINIANO

ovvero: come le essenziali scenografie della Madama Butterfly di Daniele Abbado abbiano convinto un neofita della lirica a ritornare a teatro
Posted by il 26 marzo 2010

Nei miei progetti di interior design voglio sempre raccontare una storia. Proprio per questo, uno degli aspetti solitamente più apprezzati da chi li osserva consiste nello scoprire pian piano il filo logico che collega tutti i dettagli di cui li ho disseminati, che costituiscono le parole della mia narrazione.

Questo approccio diventa ancora più necessario per uno scenografo, che è chiamato proprio a descrivere una personalità, una vicenda o un’emozione complessa attraverso il design degli spazi del set. Anzi, ho sempre pensato che per chi, come me, è abituato ad esprimersi attraverso questo alfabeto, sia persino più semplice dedurre il carattere dei personaggi di un film o di un’opera teatrale (e a volte persino anticiparne la trama) semplicemente interpretando il linguaggio con cui lo scenografo ha seguito la sceneggiatura. È quello che ho sempre fatto fin da bambino: non stavo molto ad ascoltare i dialoghi, ma preferivo concentrarmi sulla struttura e sull’atmosfera della scena, e quando lo scenografo era bravo arrivavo inevitabilmente prima di tutti gli altri a prevedere la scena successiva o a scoprire il colpevole di un giallo anche quando non era il maggiordomo.

Normalissimo allora che la Madama Butterfly di Daniele Abbado che ho visto al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia qualche mese fa sia riuscita ad entusiasmarmi in larga parte proprio grazie alla memorabile scenografia di Graziano Gregori, accesa dalle luci di Valerio Alfieri.
Non è invece altrettanto scontato che ci sia riuscita senza che un solo elemento si aggiungesse all’elegante nudità della scena, composta unicamente di pareti scorrevoli di carta di riso appoggiate al versatile pavimento luminoso, sapientemente inclinato verso la platea, per enfatizzare prospetticamente la percezione di profondità del palcoscenico.

Conquistato da questo talento per la sottrazione scelgo di rispettarne lo spirito minimal e di non aggiungere altre parole all’eloquenza di queste immagini, che dedico a Federica, per trasmetterle un po’ dell’emozione di questa notte all’opera, al cui piacere ha dovuto anteporre nobili doveri materni 😉

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Per saperne di più:
il sito ufficiale di Daniele Abbado da cui sono tratte tutte le immagini dell’articolo
il sito del Teatro Romolo Valli
il sito dell’associazione dei Set Decorator americani, dove ci si può allenare a distinguere tra buoni e cattivi 😉

Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

One Response to “MINIMALISMO PUCCINIANO”

  1. Federica

    fu il regalo più bello della vita ricevuto da amici. fu il biglietto più bello della vita ricevuto da amici. col cuore fui con voi. grazie di questa emozione donata oggi attraverso questo forte e « maledetto » mezzo che mi permetterà di apprezzare al meglio la tua genialità e di coglierne le sfumature e i segreti. rispettosa del minimal mi fermo qui.

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