28
agosto 2014

THE PINK & BLUE PROJECT DI JEONGMEE YOON

ovvero: come i balocchi monocromatici fotografati da una mamma coreana siano riusciti a smascherare i potenti condizionamenti del consumismo globale
Posted by il 28 agosto 2014

Quando la mia amica Queen mi aveva svelato di aspettare un bimb (per ora senza vocale finale, perché solo dopo il primo vagito scopriremo il suo sesso) avevo subito capito che non sarebbe stato un bimb mainstream. La mamma e il papà del bimb non hanno tardato a darmi una inconsapevole prova di questo precoce sospetto qualche sera fa, mentre mi raccontavano la trepidazione di certi loro amici di fronte all’irrisolvibile bivio cromatico – rosa o azzurro – con cui dovranno confrontarsi al momento di tinteggiare la cameretta. Inquietudini che la coppia ha candidamente liquidato sostenendo che il problema non sussiste perché “dopotutto, esistono infiniti colori oltre al rosa e al blu”. Dietro alla sua apparente ovvietà, questa considerazione nasconde in realtà un potenziale sovversivo non indifferente, come dimostra il lavoro della fotografa sud coreana JeongMee YoonThe Pink & Blue Project” che avevo apprezzato alcuni anni fa e che mi è subito tornato alla mente.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

ROSA E BLU

Nel 2005, quando la figlia SeoWoo aveva solo 5 anni, JeongMee Yoon si accorse che la bambina non desiderava altro colore che il rosa per per i suoi giocattoli e i suoi vestiti, e le venne l’idea di disporre ordinatamente nella sua cameretta tutti gli oggetti rosa che possedeva e di fotografarla. Mentre rifletteva su questa passione della figlia, JeongMee si rese conto che anche il suo primo figlio maschio, di 11 anni, era altrettanto condizionato nelle proprie scelte cromatiche, che convergevano inspiegabilmente verso il colore blu, nonostante – come la fotografa dichiara – egli non avesse nessuna reale preferenza personale verso questo colore.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

LA TESI DI JEONGMEE YOON

JeongMee comprese presto che le apparenti preferenze dei propri figli per il colore rosa e il colore blu non erano altro che il riflesso di un fenomeno globale e il risultato di campagne di marketing differenziate per genere sessuale, ma omologate a livello planetario. Per provare la sua tesi ha iniziato a fotografare bambini americani e sudcoreani nelle proprie camere da letto insieme alla propria collezione di vestiti e giocattoli costantemente rosa o blu, “nel tentativo di mostrare allo spettatore la misura in cui i bambini e i loro genitori sono influenzati, consapevolmente o inconsapevolmente, dalla pubblicità e dalla cultura popolare”. Per trovare i propri modelli dapprima JeongMee ha affisso un annuncio all’ingresso del proprio condominio, poi si è spinta a contattare i genitori e i figli direttamente nei negozi dove facevano i propri acquisti. Le immagini scattate convergevano con inquietante regolarità nel dimostrare la tesi iniziale: in ogni cameretta si sedimentavano regolarmente strati di merce rosa o blu, a seconda del sesso del bambino.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

THE PINK AND BLUE PROJECT

E’ nato così “The Pink & Blue Project“: un’interessante riflessione sui condizionamenti culturali legati al consumismo che è stata oggetto di numerose esposizioni soprattutto in Corea e negli Stati Uniti e ha fruttato alla mamma di SeoWoo anche il Sovereign Asian Art Prize e numerosi altri riconoscimenti internazionali.
Un aspetto molto interessante che emerge guardando le immagini e leggendo i testi scritti da JeongMee Yoon consiste nella completa trasversalità del fenomeno rispetto alle variabili culturali e sociali: “questo fenomeno sembra diffuso in modo omogeneo tra i diversi gruppi etnici di bambini indipendentemente dal loro background culturale. Questa preferenza è il risultato dell’influenza culturale e del potere di pubblicità commerciali pervasive come quelle di Barbie e Hello Kitty. Attraverso la pubblicità, i consumatori vengono indirizzati ad acquistare oggetti blu per i maschi e rosa per le ragazze. Il blu è diventato un simbolo di forza e mascolinità, mentre il rosa simboleggia la dolcezza e la femminilità.“.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

ASSOCIAZIONE TRA COLORI E SESSO

Una scoperta per me sorprendente è che questa associazione dei colori è frutto di una inversione culturale molto recente che Marjorie Garbor (Professor di Visual and Environmental Studies alla Università di Harvard e autrice di “Vested Interests : Cross-dressing & Cultural Anxiety“) fa risalire agli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Fino ad allora infatti il rosa era un colore associato alla mascolinità, poiché evocava il concetto di potere che si accompagna storicamente al rosso, di cui era visto come una versione semplicemente sbiadita. Nei primi anni del XX secolo, prima della prima guerra mondiale, il colore rosa veniva descritto nel materiale promozionale del tempo come “un colore più deciso, più forte“, adatto per essere indossato dai ragazzi, mentre le ragazze indossavano blu che veniva percepito come “delicato e aggraziato. Il 9 marzo 1914 il quotidiano americano “The Sunday Sentinel” consigliava ancora alle madri di scegliere il rosa per vestire i figli maschi e il blu per la femmine, sottolineando la “convenienza” di associare questi colori ai rispettivi sessi. Se queste erano però semplici convenzioni e blandi suggerimenti di stile, è solo dopo il 1940 che si assiste alla netta spartizione dei colori per genere sessuale che oggi ci appare scontata, ed è proprio in quegli anni che l’associazione rosa-bambina e blu-bambino assunse definitivamente il rango di una ferrea regola sociale, talmente rigida da non poter essere disattesa senza destare imbarazzo o disapprovazione. Oggi, con gli effetti della pubblicità sulle preferenze dei consumatori, questi codici cromatici sono diventati uno standard mondiale.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

THE PINK AND BLUE PROJECT II

Qualche anno dopo che sono state scattate le fotografie iniziali, JeongMee Yoon è tornata a fare visita a molti dei quasi 70 bambini che aveva ritratto dando vita a un secondo ciclo di immagini “The Pink & Blue Project II“. Le foto permettono di accorgersi che, mano a mano che le ragazze crescono, il loro gusto per il rosa decresce, anche se la Yoon ha riscontrato che prima di lasciare “libere” le ragazze di seguire i propri gusti reali e scegliere i colori da indossare tra tutta la gamma dell’iride, esiste ancora una fase di condizionamento commerciale che si riscontra nella fascia di età successiva all’infanzia, per la quale l’industria offre al pubblico femminile molti prodotti nelle sfumature del viola e di conseguenza gli oggetti posseduti dalle ragazze di quella età comprendono ancora una percentuale sbilanciata di oggetti di quelle tonalità. E’ interessante notare come alcuni dei soggetti stiano iniziando a emanciparsi dagli standard cromatici e cambiando completamente o parzialmente la dominante dei propri effetti personali, come è accaduto a Tess, che ha sostituito integralmente il proprio arsenale di giocattoli e indumenti rosa con una dotazione altrettanto uniforme di oggetti di colore blu: il suo nuovo colore preferito.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

O come si nota confrontando a un anno di distanza (2008-2009) la cameretta della stessa SeoWoo, ormai equamente suddivisa tra rosa (che inizia a considerare “infantile”) e blu, che inizia a comparire nel suo guardaroba e nella sua cancelleria, mentre sulla parete destra campeggia la prima foto del progetto, che ritrae SeoWoo nel 2005: quasi una bambola sepolta dai suoi stessi giocattoli rosa.

The Pink and Blue project della fotografa coreana JeongMee Yoon

LA PROSSIMA SFIDA DI JEONGMEE YOON

JeongMee Yoon spiega: “Dall’incontro precedente i bambini sono cresciuti e il loro interesse per il colore si è esteso a nuove tonalità e a nuovi gusti. Questo progetto ritrae il processo di sviluppo di questi bambini e di assimilazione di una parte della società di oggi”. Proprio per questo l’esplorazione di JeongMee non finisce qui: la fotografa prevede di seguire i modelli del suo progetto fino a quando saranno adulti per testimoniare l’evoluzione dei loro gusti e degli oggetti che sceglieranno di possedere perchè “raccontano la nostra società moderna ed esprimono la loro identità”.
Ambiziosa intenzione, lo ammetto, e anche molto interessante… anche se mi appare ancora un modesto trastullo rispetto alla ciclopica sfida che ho in mente per i genitori del bimb: per quanti anni riuscirò a rovistare in tutti i cassetti della sua cameretta senza scovare nemmeno un giocattolo rosa o blu? 😉

La fotografa coreana JeongMee Yoon circondata dai suoi effetti personali di colore nero

Per saperne di più:

  • il sito ufficiale della fotografa JeongMee Yoon
  • Il video della presentazione di JeongMee Yoon all’edizione 2012 di TED a Seul
Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

One Response to “THE PINK & BLUE PROJECT DI JEONGMEE YOON”

  1. silvana

    Ricordo quando la previsione del sesso del bimb… era legata alla forma della panciona, la scelta del colore doveva essere un po’ neutra: verdino, giallino, panna o bianco, evitando prudentemente l’azzurro e soprattutto il rosa. un maschietto vestito di rosa avrebbe stonato!! Per quanto mi riguarda, la cosa più divertente è legata ad un “saggio” riciclaggio di oggetti rosa usati tranquillamente dai miei maschietti:asciugamani, accappatoi ed un bellissimo set da pappa, con piatto termico, posatine, bicchiere anticaduta nel quale i miei figli si lavavano tranquillamene le mani, ed elegante sottopiatto. Mia cugina ne aveva almeno 3 – completi!!! – Sarà per questo che ora i miei figli indossano eleganti camicie rosa??

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