Seduta in salotto, con una tazza di caffè americano bollente sul tavolino, osservo i libri che mi circondano e le poche immagini alle pareti. Un raggio di sole colpisce una fotografia: mi soffermo e penso all’intreccio di affetti passati e presenti custoditi in quel ritratto. Due sono i soggetti che dominano la scena e uno, ovviamente, è il contesto in cui si trovano: quella “Emilia Paranoica” degli anni novanta, come diceva il testo della famosa canzone del gruppo punk-rock dei CCCP Fedeli alla Linea. La foto è stata scattata in campagna, in quella pianura cantata e descritta dagli stessi protagonisti del ritratto. L’autore, Fabrizio Cicconi, è riuscito a fermare uno stato e un simbolo per molti italiani della mia generazione: Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, nucleo originario dei CCCP, da cui hanno avuto origine anche, nel 1992, i CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti). Prima che i CSI si sciogliessero, prima che l’economia entrasse in crisi, prima che la “paranoia” dilagasse in tutto il Paese.
Il ritratto mi è stato regalato da un’amica per la laurea: inizia il sentiero dei destini incrociati. L’amica come una sorella, l’autore un artista che stimo, i cantanti una delle colonne sonore della vita. Nel tempo ho conosciuto i protagonisti del ritratto, il fotografo ha fissato in uno scatto la mia famiglia e l’amica ha visto nascere mia figlia. La forza della fotografia non si esaurisce nel dono ricevuto. Sono tante le persone che vedendo quell’immagine hanno condiviso la sua potenza: due di loro mi hanno confessato che hanno scelto Reggio Emilia come propria città per il simbolo di Emilia diffuso dai CCCP-CSI e la terza che, ogni volta che osserva questa foto, ricorda il motivo per cui ha iniziato la carriera di fotografo.
FABRIZIO CICCONI
Fabrizio Cicconi è nato e vive a Reggio Emilia e si occupa di fotografia sociale. Con il suo lavoro è in grado di descrivere in una sola immagine vere e proprie storie di vita. Oggetto della sua ricerca è sempre la comunità rappresentata dalle singole persone e dai simboli che la costituiscono. Giovani, vecchi, bambini, case, strade e persino tram ricorrono nei suoi progetti fotografici che sono stati in grado di descrivere tanto la sua città (come nella pubblicazione “Via Roma” edito da Zoolibri o “Una città in movimento” edito da Skira), quanto degli ambienti a lui estranei come l’est Europa (ad esempio nel progetto “East n.9“). La vita quotidiana, fatta di particolari minimi, riempie le storie fotografiche di un autore la cui abilità è descrivere i limiti fisici tra privato e pubblico delle vite descritte. Confini visibili nelle mura delle case, nei filari che circondano un villaggio o in una fila di panni appesi.
I RITRATTI DI FABRIZIO CICCONI
La forza dell’autore è però racchiusa nel ritratto: la ripresa naturale senza luci artificiali restituisce sguardi reali immersi nel loro contesto di vita. Una fotografia non patinata che sottolinea come l’uomo e l’ambiente non possono che essere strettamente intrecciati. Una ricerca della bellezza intrinseca del reale.
Per saperne di più
- Il sito del fotografo Fabrizio Cicconi
- La scheda del libro “Una città in movimento” sul sito della casa editrice Skira
BELLISIMO TESTO!! GRAZIE AD ELENA ED ANCHE A FRANCESCO!
Ciao Fabrizio,
ero certo che questo bellissimo post di Elena ti sarebbe piaciuto!
Buona Fotografia Europea 2015 da Gorgonia 🙂