Fin da piccolo Michael ha dovuto abituarsi agli sguardi curiosi e morbosi di chi lo osserva. Sguardi che gli hanno sempre dato fastidio, ma di cui non ha mai potuto liberarsi perché nel suo corredo cromosomico c’è una piccola differenza che fa si che sul suo volto e nel suo corpo si esprimano i caratteri somatici tipici della Sindrome di Down. Un giorno, quando aveva 12 anni, Michael andò a Disneyland con la sorella e il suo amico Rick Ashley. Rick colse immediatamente il disagio di Michael per questo atteggiamento curioso e diffidente di chi lo incrociava nel parco ed ebbe un’idea: gli comprò un paio di occhiali e un cappello. Quando Michael li indossò Rick gli disse che così camuffato assomigliava al generale Douglas MacArthur, eroe della guerra di secessione. A Michael l’idea di quel travestimento piacque molto, e la giornata prese una piega diversa: Michael iniziò a scherzare con le persone che lo incrociavano e la sua gioia e simpatia contagiarono chiunque cambiando l’atteggiamento con cui veniva accolto. Fu forse quel giorno che tra lui e Rick nacque un’amicizia importante che ancora oggi li lega.
RICK ASHLEY E MICHAEL: UNA LUNGA AMICIZIA
Trentotto anni dopo Rick è diventato un fotografo e quella ragazza con cui passò quella domenica a Disneyland è diventata sua moglie. Michael di anni non ne ha più 12 ma 50, eppure i due amici (e cognati) non hanno mai smesso di ripetere quel gioco di travestimenti, immortalandolo in una serie di ritratti fotografici in cui Michael impersona diversi personaggi del cinema e della letteratura, in particolare Superman, al cui costume è sempre stato particolarmente affezionato. Il risultato sono le foto che vedete in questo post, che ritraggono un uomo che ha ancora voglia di giocare e che nonostante la Sindrome di Down si avvicina a una età matura che non molti anni fa le persone con il suo stesso assetto cromosomico faticavano a raggiungere.
ALTRI PROGETTI FOTOGRAFICI SULLA SINDROME DI DOWN
Michael non è il solo fotomodello Down ad avere ispirato fotografi di talento come Rick: nei post precedenti di questo speciale dedicato alla Sindrome di Down potete scoprire anche il lavoro di Alan Lawrence, che nella serie di fotografie “Wil can fly” immortala il figlio Wil in volo per ispirarlo a non avere paura di raggiungere obiettivi anche alti e difficili, e la serie di 21 ritratti “First and foremost I am” della fotografa islandese Sigga Ella che mostrano l’unicità e la ricchezza della personalità di ogni uomo o donna con o senza Sindrome di Down.
Questi post sono il piccolo contributo di Gorgonia alla Giornata Mondiale della Sindrome di Down, che ricorre ogni anno il 21 marzo. Oltre a scoprire le bellissime immagini di questi artisti vi consiglio di leggere anche il post dedicato a capire meglio cosa sia la Sindrome di Down e cosa significhi oggi nascere con questo corredo cromosomico: una condizione che ormai non pregiudica l’autonomia abitativa, lo studio e lo svolgimento di un lavoro, come dimostrano le storie di ragazzi e ragazze Down laureati, che trovano lavoro e di coppie Down che convivono e realizzano i propri sogni.
Per saperne di più:
- un post per saperne di più sulla Sindrome di Down e sui progressi fatti negli ultimi anni per consentire a chi nasce con questo particolare assetto cromosomico di raggiungere una vita autonoma e felice
- il post dedicato al progetto “Will can fly” di Alan Lawrence
- il post dedicato al progetto “First and foremost I am” di Sigga Ella
- il sito del fotografo Rick Ashley
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