Ho l’impressione che il giorno in cui il marketing inizierà ad annoiarmi sia ancora molto lontano. Me lo lascia pensare quell’inconfondibile brividino lungo il cuoio capelluto che provo ancora ogni volta che un marchio riesce a catturarmi nella sua filosofia sul filo di un’idea brillante, unica, seducente. Stasera mi è successo con Volkswagen, che per lanciare la sua utilitaria Fox ha selezionato 21 artisti internazionali, affermati nel campo del graphic design, della street art e dell’illustrazione, da Boris Hoppek a Simone Legno (aka Tokidoki), a cui ha scelto di dare carta bianca per allestire 61 camere del Park Hotel, un albergo a 3 stelle nel centro di Copenhagen, per l’occasione rinominato Hotel Fox in onore della volpesca vettura.
L’operazione risale al 2005, durante il quale Volkswagen ha invaso per 3 settimane la capitale danese con un’ondata di iniziative promozionali destinate a polarizzare sulla nuova vettura un pubblico giovane e sensibile all’arte ed al design. Gli eventi sono terminati da un bel pezzo, ma da allora l’hotel non ha più rinunciato a questo suo nuovo volto, per la gioia della famiglia Brøchner che lo gestiva ben prima dell’operazione e che ha colto in questo trasformazione un’irripetibile occasione per imprimere una svolta al proprio posizionamento.
Ognuna delle camere nasce da un pensiero preciso, e cerca di trasmettere un messaggio (che viene raccontato nelle room info sul sito dell’hotel), intorno a cui ogni artista ha costruito il proprio design. Come sempre, tra tanti gioielli, qualcuno mi colpisce solo di striscio, mentre qualche altro riesce a lanciare una scintilla che mi centra esattamente la pupilla. E’ il caso delle 3 stanze illustrate da Birgit Amadori, illustratrice di origni tedesche, ora trapiantata in California, che ha scelto di avvolgerne le pareti in un’aura magica che ha fatto immediatamente effetto sul mio arcinoto coté fiabofilo (chi di voi avesse mai dato una sbirciatina al mio progetto l’Echappée Verte, non penso che si stupirà di questa mia preferenza).
Sulla scia di questo triplo incantesimo, ho provato ad avventurarmi più a fondo nel mondo dell’illustratrice, che ho scoperto essere popolato di miti e le leggende teutoniche che la fanciulla si diverte a mescolare tra loro e a contaminare con spunti tratti da altre mitologie, come quella giapponese, dando corpo ad una narrazione decisamente personale.
La mia favola della buonanotte finisce qui, ma vi lascio una chiave per scoprire le altre magie di Birgit: un album dedicato alle sue illustrazioni che vi aspetta sulla nuova pagina Facebook di Gorgonia!
Per saperne di più:
- l’album fotografico dedicato a Birgit Amadori sulla pagina Facebook di Gorgonia, dove scoprire tante altre favole dell’illustratrice tedesca
- il sito ufficiale di Birgit Amadori da cui sono tratte le immagini dell’articolo
- il sito ufficiale dell’Hotel Fox dove è iniziato tutto
Per una volta, mio bravissimo francesco, non sono d’accordo con te. Capisco il fiabesco, ma mi chiedo: esiste ancora la differenza fra il kitch e il buon gusto? Quel mobile con boiserie da donna di servizio veneta, ha diritto di esistere? Dimentichiamo il letto – Altra domanda: una persona normale e non in vena di trips, ci dormirebbe in una stanza così?
😀 😀 😀 …hai ragione Arrigo: il décor delle stanze non è proprio all’altezza 🙂 …eppure, nonostante questo, l’originalità dell’iniziativa di Volkswagen è riuscita a colpirmi… soprattutto in questa interpretazione di Brigit Amadori. Sulla pagina Facebook di Gorgonia http://www.facebook.com/gorgonia.it#!/media/set/?set=a.10150613123472992.381940.347003267991&type=1 ho pubblicato un album con altri suoi lavori che trovo esprimano molto bene la sua fascinazione per i miti nordici – e non solo – e una indiscutibile Passione per il suo lavoro… e sai che quando riconosco Vera Passione divento subito più indulgente 😉
Sempre intelligentissimo, sensibilissimo, e -diciamolo- molto onesto il nostro Francesco!! Dopo la tua risposta divento anch’io più indulgente 😛