26
dicembre 2011

LE 10 MIGLIORI ESPERIENZE DEL 2011

ovvero: come sfogliando il diario di un anno vissuto intensamente si possano ritrovare alcune scoperte interessanti che meritano di essere condivise
Posted by il 26 dicembre 2011

Alla fine di ogni anno c’è sempre un momento che dedico ad un’abitudine a cui sono molto affezionato: scrivere i miei propositi per l’anno che verrà e ripescare quelli dell’anno precedente per capire a quali sono riuscito a tenere fede e a quali invece no. Per farlo mi ritaglio un paio d’ore per ripercorrere il mio passato prossimo tra le righe del mio diario, e così mi capita di accorgermi che in quei 365 giorni, che al presente possono essere scivolati distrattamente, fosse racchiuso qualcosa di straordinario ed indimenticabile.Tra tante esperienze vissute nel 2011, almeno 10 mi hanno lasciato una scia più profonda, uno spunto che sicuramente ispirerà le prossime idee, o semplicemente un ricordo speciale, che penso meriti di essere condiviso sul blog …senza cancellare qualche inevitabile sfumatura personale:

1. INTERIOR DESIGN – The Black Apartment

La mia adorata amica Anto non ha mai smesso di predermi in giro perché dopo aver sempre sostenuto di volere per me una casa tutta nera ho finito per disegnarmi un’alcova trabordante di colori. Eppure la passione per gli interni scuri è rimasta dentro di me. La casa che mi ha sicuramente più toccato il cuore nel 2011 è il loft newyorkese di Cindy Gallop disegnato da The Apartment e ricavato negli ex spogliatoi del primo YMCA deli Stati Uniti. Un involucro sexy e anticonvenzionale come la sua proprietaria, dominato da un unico non colore: il nero.

2. SET DESIGN – Arietty, il mondo segreto sotto il pavimento

Ho iniziato ad interessarmi di interior design da autodidatta osservando ogni set cinematografico con autistico rigore, e ancora oggi non è raro che sia la scenografia, ancor più della sceneggiatura, a raccontarmi nel modo più profondo un personaggio di un film. Eppure da molti anni non mi veniva voglia di ripassarmene uno al rallentatore per assaporarne ogni dettaglio e analizzarne i significati. E’ curioso che mi sia accaduto con un film di animazione come il delicatissimo Arrietty, il mondo segreto sotto il pavimento di Hiromasa Yonebayashi. Trovo irresistibile la scelta di disseminare la casa dei piccoli gnomi protagonisti di oggetti fuori scala presi in prestito dagli umani (non per niente l’autore non li chiama gnomi, ma “Prendinprestito”): trasmette l’idea di una sedimentazione costruita con amore giorno dopo giorno, lasciando immaginare l’entusiasmo di ogni piccolo reperto trascinato a casa durante le incursioni notturne nel mondo degli uomini. Una trovata che rende ancor più vivo nello spettatore il dolore della famiglia quando arriverà il momento di lasciare la casa. Chapeau!

Arrietty Prendinprestito regia Hiromasa YonebayashiArrietty Prendinprestito regia Hiromasa Yonebayashi

3. RETAIL CONCEPT – Acqua dell’Elba

Più passa il tempo e più apprezzo le cose semplici. Un percorso in cui mi sono sempre da guida i miei amici Paola e Pippo, che in tema di proporzionalità inversa tra semplicità ed intensità dei piaceri della vita ne sanno sempre una più del diavolo.  Il loro ultimo regalo è stato un indimenticabile weekend all’isola d’Elba che mi ha fatto incontrare una natura incantevole e pristina che la mia ancestrale allergia alle isole mi avrebbe impedito di conoscete da solo. Così ho scoperto Acqua dell’Elba: una marca locale di profumi che nell’isola ha installato una densissima rete di ben 18 negozi monomarca, e che mi ha colpito per la capacità di interpretare lo stile dell’Elba, nel design dei punti vendita come in tutto il proprio ambizioso progetto di marketing. Il retail concept è semplice e leggero: un pavimento di resina lucida e profonda del colore turchese del mare, qualche applique Icaro di Artemide, trasparente come l’aria dell’isola, pochissimi elementi di linee classiche per esporre la ricca, ma sintetica, gamma di profumi e accessori della marca, e la certezza di una ditribuzione a dir poco capillare che ha disseminato di negozi in ogni porto e località turistica dell’Elba. Pochissimi ingredienti e molta comunicazione (già imbarcandosi a Piombino è impossibile non notare le affissioni a tappeto, legate dal fil rouge del verde acquamarina del brand) per una ricetta che trasmette subito la piacevole illusione che basterà un soffio di profumo per restituirci ogni giorno che lo indosseremo i migliori souvenir dei nostri giorni elbani.

il negozio di profumi di Acqua dell'Elba a Portoferraio - Isola d'Elba

4. FOOD CONCEPT – Favolicious

Faticosamente contesa con i deliziosi manfrigoli di Renata Trinca Colonel, e con i prodigiosi totani “à la Ines” con cui mia mamma non finisce mai di sorprendermi, l’esperienza gastronomica che ho preferito nel 2011 resta Favolicious: una cena dedicata a 6 amici speciali, per ciascuno dei quali Gorgonia – in versione  food designer – ha inventato una ricetta inedita, capace di interpretarne lo spirito, ed una serie di microarchitetture alimentari che hanno trasformato casa mia in un vero Temporary Restaurant privato. Oltre al gusto dei 6 piatti mi è piaciuto l’esercizio cerebrale necessario a trascrivere in un linguaggio tutto nuovo – quello del palato – la storia (o meglio la favola) di Filo, Fede, Mauri, Gemmi, Giulio e Noemi, dando corpo e sapore alla loro natura unica, che li ha trasformati, per una notte, in una Cenerentola con il suo Principe Azzurro, in una Alice nel Paese delle Meraviglie con il suo Cappellaio Matto e in un Pifferaio Magico con la sua ultima Fata. A cosy and tasty fairy tale!

Food Design Dinner Experience Gorgonia www.gorgonia.it

5. BOOK DESIGN – C’era una volta

Quando ero piccolo non andavo ghiotto di classici giocattoli commerciali e mi divertivo in modi un po’ anomali, spesso legati ad oggetti che per gli altri non avevano né valore né significato, ma che a me rivelavano una magia che non mi stancava mai. Le uniche concessioni al mercato che riuscivano a trapassare la strana maglia del mio personale setaccio erano i primi libri pop up, allora introvabili in Italia, che mio papà mi portava dai suoi viaggi nel Regno Unito suscitando tutta la mia meraviglia. Sarà probabilmente per questo legame antico che ancora oggi mi incanto come un bambino quando ne scopro uno in libreria. Il più stupefacente resta, e resterà per un bel po’, “C’era una volta”, di Benjamin Lacombe. Ve lo rivelo in qualche immagine e in un booktrailer gioiello che offre un assaggio ben costruito della sua squisita maestrìa.

6. MUSEUM CONCEPT – Franz Kafka Museum

Due esempi perfetti di unanimità: 1) ogni singolo amico di ritorno da Praga mi ha sempre ribadito, con incredibile unità di espressioni, quanto la capitale ceca sia “una città molto mia”, 2) ogni singola guida turistica che io abbia consultato converge nel descrivere il Franz Kafka Museum come un luogo inutile, sgradevole e privo del minimo valore culturale. Un bellissimo week end nella Perla di Boemia, scortato dalla mia amica Jana (e dal suo inesauribile entourage di personaggi romanzeschi), mi permette oggi di concordare con i primi quanto invece dissento dai secondi, al punto di voler assegnare al più denigrato dei musei praghesi il mio personale trofeo di miglior concept museale. Polisensoriale? Di più. Esperienziale? Ai massimi livelli: mi sono bastati pochi passi nel suo soffocante dedalo di stanze e cunicoli per ritrovarmi immerso nell’inafferrabile atmosfera delle opere di Kafka, schiacciato nelle strettoie della burocrazia narrata nei suoi romanzi, frustrato dal suo ripetitivo ammasso di inquitante grigiore. Un percorso che mi ha restituito, intatta, quell’identica sensazione di alienazione e angoscia che i miei modesti, ma indelebili, retaggi di letture liceali avevano lasciato in una parte sepolta della mia memoria.   

7. EVENT CONCEPT – Il matrimonio di Chiara e Mario

Non mi sarei certo aspettato che tra tanti eventi interessanti vissuti quest’anno fosse proprio un matrimonio a conquistare nel mio cuore la palma dell’eccellenza. I miei amici Milanchiara e Romario, senza scomodare wedding planner internazionali e affidandosi solo al loro proverbiale gusto nomade per la vita, che sostituisce la libertà alla costruzione di aspettative, hanno trasformato il loro matrimonio in un evento indimenticabile per un ristretto manipolo di eletti con cui hanno scelto di condividerlo, tra cui sono onorato di essere stato incluso. Una rapida email a una dozzina di amici, presenza alla cerimonia proposta come puro optional, regalo facoltativo, garbati accenni di demotivazione a bardarsi con abiti frutto di ricerche trimestrali. In pratica un’unica richiesta: raggiungerli a Roma con i rispettivi consorti senza altro obiettivo che fare del matrimonio il pretesto per vivere un weekend insieme, con la stessa spensieratezza di quando eravamo più giovani. Non riesco ad immaginare un dono più bello: un piccolo agriturismo nella Maremma laziale, aperto soltanto per noi, ci ha risucchiati in un’isola di pace lontana dal mondo, dove celebrare la nostra sintonia viziati dall’unico lusso di una parentesi senza programmi né regole. Sublimi tagliatelle al cinghiale, una ciambella appena sfornata reinterpretata come torta nuziale, passeggiate nel bosco e un mix di giochi e confidenze continuato fino alle prime luci dell’alba hanno spontaneamente completato l’effimera magia del nostro summit. Ho perso il conto dei matrimoni a cui ho partecipato, e tutti avevano in sé qualcosa che ricorderò per sempre, eppure soltanto di uno credo che ricorderò davvero tutto, forse perché nulla era pensato per essere memorabile, ma unicamente per lasciare spazio alla nostra immancabile sintonia.

8. PRODUCT CONCEPT – Jar Parfums

L’affollamento di prodotti sul mercato rende sempre più difficile essere colpiti da qualcosa al punto da immortalarlo nella memoria per sempre. Ancor più arduo è che questo accada passeggiando per Parigi, dove quasi tutto è stimolante, interessante, spesso nuovo. Dalle mie incursioni parigine di quest’anno credo che soltanto un prodotto riuscirà a superare incolume tutti i filtri dell’oblìo: Diamond Water di Jar Parfums, il marchio di profumeria del gioielliere americano Joël Arthur Rosenthal, che non cessa di risplendere nella mia mente con la lucentezza del diamante di cui ambisce ad essere il succo. E’ un profumo indubbiamente prezioso, ma non è certo il solo, eppure lo riesce a raccontare nel modo più serio e più audace, liberandosi dall’obbligo di piacere a troppi (niente pubblicità, niente più sito, soltanto un passaparola d’élite e l’unica concessione di questa boutique parigina), e dedicando generosamente il suo tempo ai pochi che scelgono di scoprirlo a fondo. Ecco perché nella minuscola boutique al 14 di Rue de Castiglione, nella cui vetrina un unico flacone di jus vigila ieratico i passanti sospeso ad una sottile lastra di nulla, è necessario suonare per essere ricevuti. Un uomo gentile (non un venditore ma piuttosto un garbato narratore), accoglie ognuno dei rari visitatori che riescono a trovare il coraggio di pentrare nel suo tempio, raccontandogli con pazienza le 7 meraviglie della maison senza la pretesa di distinguere chi finirà soltanto per assaggiare qualche minuto di emozioni da chi invece concluderà l’incontro ordinando interi barili delle costose fragranze.  Un approccio al mercato piuttosto inusuale, che preferisce costruire mistero piuttosto che immediate occasioni di vendita: un lusso costoso che soltanto un maestro indiscusso come Joël Arthur Rosenthal può ancora permettersi. A riprova che la classe – quando c’è – può essere anche acqua …purché di diamanti 😉

JAR Parfums by Joel Arthur RosenthalJAR Parfums Masterpiece LondonBoutique JAR PArfums Paris

9. WEB CONCEPT – Le Mas de Peint

Ok, va bene… i siti flash hanno fatto la loro epoca, sono pesanti, non indicizzabili, e non si visualizzano nemmeno sull’Ipad. Per chi come me si occupa di web  marketing averneanche solo uno tra i preferiti è ormai come nascondere una rivista osé in mezzo al sole 24 ore. Poi però capita che la mia nostalgia di Camargue, mi porti a navigare sul web a caccia di immagini che mi restituiscano quel soffio di natura selvaggia che mi ha sempre affascinato di quel luogo più che magico. E se poi il sito più capace di teletrasportarmi sulla foce del Rodano, tra cavalli in libertà e stormi di fenicotteri rosa è un sito flash, cosa posso farci? 😉   Non voglio aggiungere nulla sul sito di Le Mas de Peint, il resort di Jacques Bon: il suo mix di suggestioni fotografiche, musiche gitane e font-gioiello mi sembra così evocativo che le sue imperfezioni tecniche diventano quasi un vezzo accattivante, come un neo sul labbro di Cindy Crawford 🙂

10. EXHIBIT DESIGN – The Passion Project

Ad aprile, dovendo scegliere l’allestimento fieristico che mi ha più colpito quest’anno, sarei stato ancora incerto tra quello di Foscarini ad Euroluce (un elegante percorso bicolore tra leggeri schermi sospesi, dove i designer raccontavano i nuovi prodotti) o il magistrale stand di Flos, sempre ad Euroluce (con il suo senso di work in progress giocato con abilità ed ironia). Da settembre però non ho più dubbi: il mio progetto preferito è The Passion Project, lo stand di Novoceram al Cersaie2011. Si lo so… la mia preferenza può sembrare un po’ di parte, ma in realtà lo stand Novoceram riesce a piacermi persino più dei due suddetti non tanto perché l’ho progettato io (e questo sarebbe sospetto perché ogni scarafone è sempre bello a mamma sua) o perché abbia vinto il Best Design Exhibit Award (e questo sarebbe sbagliato perché i premi più importanti sono sempre quelli che diamo con la nostra testa),  ma soprattutto perché The Passion Project non era soltanto uno stand, ma una chiave forgiata a molte mani per aprire le porte del mondo virtuale dei social network alla mia azienda del cuore. Non posso raccontarvi qui tutto il progetto: l’applicazione Facebook da cui prende il nome, il divertente backstage del montaggio, la lezione all’Università Bocconi che ha scelto l’operazione come case history di marketing non convenzionale, o la cronaca della giornata a Lione per intervistare 3 grandi blogger francesi testimonial del progetto… ecco perché vi rimando sul blog di Novoceram dove potete leggerne tutta la storia, e sulla pagina Facebook di Novoceram dove potrete vederne le foto migliori.

Stand Novoceram Cersaie 2011 Interior Design Francesco CatalanoLo stand Novoceram al Cersaie 2011 Interior Design Francesco Catalano

Lo stand di Novoceram al Cersaie 2011 Interior Design Francesco Catalano

Lo stand di Novoceram al Cersaie 2011. Progetto di Francesco Catalano www.francescocatalano.it

Lo stand Novoceram al Cersaie 2011 Progetto di Francesco Catalano

Beh, come vedete non mi sono fatto mancare nulla quest’anno… ma sono già goloso di nuove idee… quindi non mi resta che aspettare i vostri commenti per scoprire le VOSTRE migliori esperienze del 2011, ed augurarvi un 2012 ancora più stimolante. Naturalmente…. insieme!Buone feste a tutti!

Per saperne di più:

Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

6 Responses to “LE 10 MIGLIORI ESPERIENZE DEL 2011”

    • Francesco Catalano

      Grazie Giuseppe! …sappi però che l’abbinamento delle parole « buono » e « gusto » mi riporta univocamente alla apple pie nel deserto che mi avete fatto sgolosare sul vostro blog… risvegliando la mia inconfessabile nostalgia di far west 😉 Keep in touch!

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  1. silvana

    ciao ciao,
    come sempre, grande divertimento e stupore.
    ho fatto un pieno di piacere estetico. ci sta??
    buon lavoro francesco.
    silvana

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  2. Arianna

    Il libro pop up deve essere mio! Ho visto che lo hanno pubblicato anche in italiano.
    …e il video di the passion project é proprio ben fatto!
    Complimenti! Che anno formidabile!

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    • Francesco Catalano

      Confermo: esiste anche in italiano! …puoi iniziare a fargli spazio accanto ai volumi della tua leggendaria collezione completa de « La Comédie Humaine » di Honoré de Balzac 😉

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