Non è un caso che il mio motto “True Passion for Life since 1971” sia diventato anche il payoff di questo blog: ognuno dei post che leggete qui nasce sempre da una piccola o grande scintilla di Passione a cui io e gli altri amici che scrivono con me su queste pagine vogliamo dare l’occasione di contagiare qualcuno di voi. Anche questo articolo dedicato a Monica Vitti, che proprio domani compirà 81 anni, nasce da una Passione profonda: quella di Jessica Pieragostino, che ne celebra ogni giorno la bellezza e la simpatia animando la più vivace Fanpage dedicata all’attrice su Facebook. Ho deciso di tuffarmi nel suo mare, certo che sarei ritornato a galla con qualche nuovo tesoro e le ho dato volentieri carta bianca per raccontarci a modo suo questa indimenticabile protagonista del cinema italiano. In realtà i tesori sono almeno due: una nuova occasione di scoprirla o ricordarla, per chi di voi avrà voglia di seguirci nelle prossime righe, e un piccolo regalo di compleanno per una donna che mi conquistò al primo sguardo quando ero ancora un bambino.
Buon Compleanno, Monica!
Francesco
MONICA VITTI
La prima avventura di Maria Luisa Ceciarelli
Occhi lunghi, verdi, quasi felini e infinitamente espressivi, capelli color del grano, sempre un po’ scompigliati, deliziose efelidi sparpagliate qua e là sulle gote, labbra sensuali, come due petali di rosa messi uno sopra l’altro: è lei, Monica Vitti, impossibile dimenticarla per chi, anche solo una volta, ha incrociato il suo volto così particolare sul grande o sul piccolo schermo, e per chi ha udito quella sua voce roca, decisamente unica.
Dicono di Brigitte Bardot che “quando apparve sullo schermo tutto il mondo sospirò”: questo è esattamente ciò che accadde quando Monica Vitti – al secolo Maria Luisa Ceciarelli – apparve seduta su una nave, rannicchiata su sé stessa mentre il vento le spettinava i capelli chiarissimi, illuminati dal sole come una nube dorata, e intanto lei, con l’espressione accigliata dall’abbagliante luce del sole, guardava assorta il mare di Lipari. Era il film “L’Avventura” (1959-1960), di Michelangelo Antonioni, che vinse il premio speciale della giuria al 13° Festival di Cannes.
MONICA VITTI
Gli anni ’60 e il cinema impegnato
Si trattava senz’altro di un sospiro di ammirazione mista a curiosità. Eh sì, perché Monica, la “musa” di Antonioni, di curiosità ne destò parecchia nel corso dei primi anni ’60, quando le era stato cucito addosso il ruolo di attrice impegnata nei film sull’incomunicabilità realizzati dal cineasta ferrarese. Ma da dove sbuca fuori questa Vitti che dall’aspetto sembra più tedesca che italiana, che non ride mai, che fa sempre la nevrotica, l’infelice, l’insoddisfatta? Ma ci è o ci fa? Più o meno erano queste le domande che assillavano i “curiosoni”, ovvero i giornalisti, i critici, ma anche le persone comuni.
L’obiettivo di Monica, quando ancora si faceva chiamare Maria Luisa, era proprio quello di compiere la sua piccola rivoluzione: il suo sogno era diventare un’ attrice e ci sarebbe riuscita anche se fisicamente appariva lontana anni luce da determinati stereotipi, anche se aveva la voce sgranata e non perfettamente impostata come quella di Vittorio Gassman, che era già un giovanissimo professore quando lei frequentava l’Accademia D’arte Drammatica a Roma ed era considerato l’attore modello dal quale tutti dovevano prendere esempio.

MONICA VITTI
Un nuovo concetto di diva
E così, quando Michelangelo Antonioni la volle come protagonista de “L’Avventura”, la Ceciarelli, che per tutti era già diventata Monica Vitti, ribaltò completamente il canone di bellezza della popolana procace, come Mangano, Loren e Lollo: il prototipo che imperversava nelle pellicole degli anni ’50. Alta 1.73, bionda, dal fisico longilineo, Monica Vitti risultava essere totalmente l’opposto di questo standard, quasi come se una giovane aspirante attrice dei giorni nostri fosse stata catapultata nel cinema italiano di 50 anni fa. D’altronde i film di Antonioni erano molto moderni, parlavano di tematiche nuove, come l’alienazione, l’incomunicabilità, dunque anche la loro protagonista doveva avere un aspetto altrettanto moderno, una bellezza assolutamente non convenzionale, decisamente distante da quegli stereotipi legati alla cultura nazional-popolare.

Ma il ciclone Vitti non si ferma qui: già, perché proprio quella stangona bionda, algida, che non ride mai, è invece capace di far sbellicare dalle risate gli italiani ed è nel 1968 che avviene la svolta, quando Mario Monicelli la vuole come protagonista de
“La ragazza con la pistola”. Monica, con una parrucca nera dalla lunga treccia che le arriva in fondo alla schiena, interpreta una siciliana disonorata che cerca vendetta, ma che alla fine si rifà una nuova vita a Londra. Ed è proprio questa un’altra delle sue peculiarità, quella di trasformarsi continuamente, di saper interpretare in maniera magistrale le tipologie femminili più disparate, passando dal registro comico a quello drammatico con una impareggiabile naturalezza.

MONICA VITTI
Gli anni ’70 e l’emancipazione femminile
Negli anni ’70 la Vitti diventa anche un’icona dell’emancipazione femminile grazie al suo temperamento decisamente moderno, sotto tutti gli aspetti: il look dei capelli scalati, lisci e svirgolati, lunghi fino alle spalle e l’abbigliamento giovane e attuale, ma anche la sua libertà dalle convenzioni dimostrata dalla scelta di rimandare per anni il matrimonio nonostante i rotocalchi di allora spesso parlassero di nozze imminenti ora con Antonioni ora con il direttore della fotografia Carlo Di Palma. Invece è soltanto nel 2000 che la Vitti convola a giuste nozze con il fotografo Roberto Russo, più giovane di lei di 16 anni… precorrendo quindi i tempi anche in questo 🙂

MONICA VITTI
Oggi e domani.
Oggi di Monica non si parla più, dato che da circa dieci anni è stata costretta a ritirarsi dalle scene a causa del morbo di Alzheimer. Il rispetto per la malattia e per la sua vita privata è sacrosanto, ma questo non significa dimenticare ciò che un’ artista straordinaria ha dato al cinema italiano. Ricordare Monica Vitti non significa parlare della malattia che la sta consumando o del suo privato, ma tenere vivo l’esempio di una Donna (con la D maiuscola) che non ha mai sentito il bisogno di allinearsi agli stereotipi di successo del suo tempo e che invece di arrendersi all’omologazione è stata capace di inventare e affermare un modello di attrice completamente nuovo: se stessa.
Domani chiedete alle vostre figlie se sanno chi sia Monica Vitti. Se vi risponderanno di no, raccontateglielo voi chi è stata.

Per saperne di più:
Monica Vitti, una donna bellissima, quasi quasi la mia donna ideale. Bionda, simpatica, con quel sagace umorismo (così nei film, non sò nella vita privata). Bellissima e sensuale tale da amarla e seguirla spesso in molti dei suoi percorsi artistici.
Mi rattrista il sapere della sua malattia e con una carezza vorrei lenire le sue sofferenze nella speranza che riveda la bellezza dei suoi giorni.
Con affetto
Grazie Pitocco, condivido il tuo pensiero… e penso che nel mondo « manipolato » che descrivi così bene nel tuo interessantissimo blog ogni sorriso regalato dai ricordi di Monica Vitti rimarrà sempre una piccola ma preziosa boccata d’aria fresca 🙂
Impossibile rimanere indifferenti di fronte questa meravigliosa figura. Bellissima, ideale.
Degna di estasiata, rispettosa, ammirazione.
Pozzo di ansie e terribili dubbi, potrebbe rivelarsi il cedere ad un sentimento verso una donna di simile scioccante bellezza.
Steve
Bellissima in tutti i sensi, bella fisicamente, esteticamente bella nelle sue interpretazioni come fare a dimenticarla? Uno speciale a lei dedicato con ultime immagini di come ancora oggi è non guasterebbe anzi, penso che il suo pubblico ne sarebbe ENTUSIASTA.
una donna così stupenda non potrà essere annullata da un male così tremendo.
CARO FRANCESCO, SONO RIMASTO AFFASCINATO DAL TUO BLOG E’ DAVVERO MOLTO BELLO E SPECIALE.
RICORDARE PERSONAGGI TI FA ONORE POICHE’ I RICORDI COSI COME LA MEMORIA STORICA NON VA MAI DIMENTICATA. NEL MIO PICCOLO CERCO DI ANDARE A RITROSO NEL TEMPO ATTRAVERSO IL MIO NOME PER CONOSCERE ANCOR DI PIU IL PASSATO E CAPIRE MEGLIO IL PRESENTE. TI AUGURO BUON LAVORO.
P.S. UNA NOTA FRANCESCO, NON SO SE LO SAPEVI MA LA FOTOGRAFA SPECIALE DI MONICA VITTI E’ STATA ELISABETTA CATALANO.
Piacere di conoscerti Giorgio! Vedo che sei un esperto di “Catalano” 🙂
Conosco in parte il lavoro di Elisabetta Catalano, ma non ricordo le foto che ha scattato a Monica Vitti… ne farò un ottimo pretesto per andare a rispolverare l’opera di questa grande fotografa italiana nostra omonima 😉
Grazie mille della tua attenzione, del tuo apprezzamento e dei tuoi suggerimenti.
A presto.
Impossibile che un’attrice del calibro di Monica Vitti non possa suscitare ammirazione ed attenzione per la sua splendida carriera, perché attraverso i ruoli affidati a lei da Antonioni, ha espresso realmente la sua angoscia. non ha dovuto interpretare un’altra donna, era proprio lei. Ed in un secondo momento, rivelatasi unica per questo suo dualismo. Ha quasi una personalità inafferrabile, misteriosa ed imprevedibile. capace quindi, anche di sorprenderci nel creare personaggi femminili che ci fanno sorridere o addirittura dare un’impronta indimenticabile per commedie esilaranti, che guardano anche con occhio critico a casi di tradimenti all’interno di una coppia. coppie che sembrano attraversare momenti di crisi insormontabili. ma è proprio attraverso la sua ironia e satira, che queste situazioni difficili si sciolgono come neve al sole. e questo suo dono di voler far ridere e riflettere allo stesso tempo, la riporta allo spettatore come una donna più simile a tutte le altre donne, capace di ridere con noi anche di quelle che possono essere le sue imperfezioni. anche se, indubbiamente, ha una marcia in più. Unica, anche in situazioni grottesche. Fantastica.