Sono passati un po’ di mesi dall’ultimo post, e molti più lettori di quanti immaginassi mi hanno scritto per sapere dove fossi sparito. La sola risposta che ho potuto dare è questa: sono momentaneamente assente per fare decluttering (o se preferite space clearing) e creare nuovo spazio per nuove idee. Visto che l’espressione è un po’ arcana ho promesso a tutti che il mio primo post sarebbe ripartito dalla spiegazione di questa parola e mi sono limitato ad anticipare che decluttering e space clearing possono essere visti come un modo più consapevole di guardare al nostro rapporto con le cose che ci circondano per evitare che siano loro a possederci. Il primo effetto di questo nuovo approccio è la capacità di selezionare ciò che è superfluo (un insieme di oggetti inutili e ingombranti che in inglese prende il nome di clutter) per alleggerirci e fare così spazio per il nuovo che ci aspetta e che altrimenti non potremmo accogliere nella nostra vita. Ma andiamo con ordine…
COME HO SCOPERTO IL DECLUTTERING
C’è sempre un momento, alla fine di ogni anno, in cui mi ritaglio un po’ di tempo per rileggermi il diario dell’anno concluso e per scrivermi propositi e obiettivi per l’anno che sta per cominciare. Questa volta, dopo un 2012 davvero intensissimo e in vista di un 2013 ancora più impegnativo, ho capito che le mie energie erano state interamente saturate e che per affrontare nuovi progetti occorreva crearne di nuove, o meglio ridistribuirle, liberandomi da vecchie zavorre. Una sensazione evidente, ma confusa, che sono riuscito a mettere a fuoco il giorno in cui, aggirandomi per la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ho avvertito un misterioso richiamo provenire da uno scaffale. C’era sopra un unico libro dal titolo “Space clearing” di Lucia Larese. Mi è bastata una sbirciatina all’abstract e pochi secondi dopo ero già in sella alla bici, diretto verso casa per leggerlo tutto d’un fiato e scoprirvi una serie di semplici consigli e riflessioni che nei mesi successivi mi hanno aiutato a fare quello che mi ero ripromesso: liberarmi di pesi e ingombri inutili (clutter) per concentrare le mie energie su progetti nuovi.
COSA SONO IL DECLUTTERING E LO SPACE CLEARING
Space clearing e decluttering sono discipline già molto diffuse nel mondo anglosassone che consistono nell’eliminare cose inutili per alleggerire gli spazi intorno a sé – tipicamente la propria casa e il proprio ufficio – trasformando così la propria vita. All’apparenza si direbbe uno di quei tipici concetti americani, più legati all’auto-convincimento che a un reale rapporto di causa-effetto, ecco perché, per spiegarvi cosa ha significato per me (e come può essere utile anche per voi) preferisco incominciare dalla sua traduzione in italiano, che in questo caso mi pare aiuti meglio ad afferrarne l’essenza. La traduzione che sceglierei io infatti non è quella letterale di “liberare spazio”, ripresa nel sottotitolo del libro, che mantiene l’idea sottrattiva della parola inglese: preferisco piuttosto guardare allo space clearing in termini additivi, descrivendovelo come l’arte di “fare spazio”. Se infatti “liberare spazio” significa sgombrare, togliere – sottrarre appunto – l’idea di “fare spazio” rimanda al contrario ad una idea più prodigiosa: quella di creare, generare – aggiungere, appunto – nuovo spazio. Questo processo di creazione è stato il fondamento della mia nuova consapevolezza: facendo decluttering e togliendo oggetti inutili non ho solo liberato spazio fisico, ma ne ho anche creato di nuovo, sia fisico che mentale, rendendolo disponibile per nuovi progetti e idee. Il primo principio dello space clearing infatti consiste semplicemente in questa ovvia constatazione: se non si fa spazio, nulla di nuovo può entrare.
DECLUTTERING CONSAPEVOLE
Il concetto di decluttering era già dentro di me da anni, se ripenso ai tempi dell’università, in cui dopo ogni esame la prima cosa che facevo era svuotare la mia camera di tutto quello che avevo accumulato nel periodo di preparazione per ricreare spazio per l’esame successivo. La differenza tra quell’approccio intuitivo e quello che ho maturato oggi leggendo il libro di Lucia Larese consiste nell’aver imparato a riconoscere con consapevolezza l’utilità o l’inutilità di un oggetto: liberarci di ciò che non ci serve non significa infatti sbarazzarci di ogni cosa che non ci fornisce un’immediata utilità, ma comprendere intimamente il significato profondo che gli oggetti hanno per noi per decidere quali lasciare andare con leggerezza e amore, innescando una trasformazione che ci porta a vivere più organizzati, semplificando i nostri gesti, liberando il nostro tempo e trasformando, anche se può sembrare eccessivo, tutta la nostra vita.
Se questa breve introduzione vi ha fatto venire voglia di assaggiare i benefici dello space clearing e del decluttering allora vi do appuntamento a domani, con un nuovo post dedicato ai 10 passi da seguire per fare nuovo spazio fuori e dentro di voi. Vi aspetto!
Per saperne di più:
- il secondo articolo dedicato a decluttering e spaceclearing
- il sito di Lucia Larese, autrice del libro “Space clearing”
- e quello di Karen Kingston, maestra inglese di Space clearing
- la pagina wikipedia dedicata a Brice Marden, l’artista americano autore dei dipinti che ho scelto per illustrare questo post
Buongiorno,
ho visitato oggi il vostro articolo sul decluttering. Ottimo lavoro!
Ho appena finito di scrivere io stesso un articolo sull’argomento, Sbarazzati delle cose inutili. Se volete dare un occhiata: http://www.cambiatestesso.com/sbarazzati-delle-cose-inutili/
Penso potrebbe essere un ottima aggiunta alla vostra pagina. In ogni caso, continuate così!
Cordiali saluti
Andrea
Ottima aggiunta, Andrea! E ottimi anche tanti altri spunti che sto leggendo sul tuo blog: mi stai facendo tornare la voglia di scrivere di questi argomenti dopo la lunga pausa degli ultimi mesi. Grazie e complimenti! 🙂