06
maggio 2013

DECLUTTERING! – Puntata 2/2

ovvero: come imparare ad alleggerire i propri spazi in 10 abili mosse e riaprire le porte della vita per accogliere tutto il nuovo che ci aspetta
Posted by il 06 maggio 2013

Nel post precedente dedicato a decluttering e space clearing vi ho anticipato in cosa consistano queste discipline che insegnano a riconoscere ed eliminare le cose superflue per alleggerire gli spazi in cui viviamo e lavoriamo. Il mio incontro con questo nuovo modo di guardare al rapporto con le cose che ci circondano è avvenuto leggendo un libro di Lucia Larese che presenta lo Space clearing e il decluttering come un semplice “insieme di principi e consigli di buon senso che insegnano alle persone a eliminare il superfluo per recuperare l’essenziale e ritrovare il benessere interiore”. Eliminare il superfluo significa in fondo imparare a scegliere. Per questo ha senso conservare solo le cose che ci trasferiscono  sensazioni positive oppure che rivestono una funzione (anche soltanto affettiva) nel nostro presente. Questo trovo che sia in sintesi l’insegnamento principale che ho tratto dal libro. Gli oggetti inutili cessano di essere un nostro possesso per impossessarsi a loro volta del nostro tempo e delle nostre energie, diventano una zavorra, o se preferiamo un “clutter“, cioé un accumulo disordinato di cose che ingombrano il nostro spazio e il nostro tempo, bloccando il flusso creativo e dandoci un senso di impotenza e fastidio che rallenta i processi ideativi e favorisce la tendenza a rinviare le nostre azioni. Eliminare i clutter con consapevolezza (questo è l’aspetto chiave) ci aiuta ritrovare respiro, lucidità, pace, e in questo modo ci permette di ripulire anche la strada per identificare e raggiungere i nostri obiettivi, innescando una vera catarsi interiore.

Annunciation by Brice Marden - decluttering

I 10 PRINCIPI DEL DECLUTTERING

Le tecniche di matrice anglosassone dello space clearing e del de-cluttering derivano dall’antica disciplina cinese del Feng Shui, che da 4000 anni studia il rapporto tra l’ambiente che ci circonda e il nostro mondo interiore. L’aspetto che mi interessa raccontarvi è però la semplicità del percorso e dei principi che ho seguito per fare evolvere il mio rapporto con le cose, che provo a sintetizzarvi in questi 10 punti:

  1. Individuare le aree critiche della casa dove sono accumulati oggetti che non usiamo e che ci comunicano un senso di pesantezza. Con un piccolo sforzo di consapevolezza, impareremo non solo a riconoscere questa sensazione soffocante, ma riusciremo ad accorgerci che ci segue anche quando ci troviamo fuori casa. Può sembrare strano all’inizio, e un po’ esoterico leggendolo ora, eppure basterà poco per renderci conto che questi clutter ci fanno sentire prigionieri anche quando non li abbiamo sotto i nostri occhi.
  2. Scegliere un’area ed attaccarla, quella e solo quella, dandosi un tempo (ragionevole) per ultimare il de-clutter. Non passare a un’altra area finché non si è ultimato il lavoro che ci si era prefisso per questa, e al termine concedersi un piccolo premio simbolico per gratificarci
  3. Estendere il decluttering a porzioni sempre più ampie della casa, ma sempre avendo presente la scomposizione che avevamo fatto all’inizio, in modo che la tentazione di volere fare ordine ovunque in una volta sola non diventi l’alibi per non fare più nulla.
  4. Ogni volta che si intercetta un oggetto decidere subito se tenerlo o liberarsene, senza incertezze. La domanda da porsi è: continua a servirmi o a comunicarmi una sensazione positiva anche nel presente oppure ha esaurito il suo ruolo? La risposta è strettamente personale, e nulla vieta che tale sensazione positiva sia puramente emotiva (ad esempio un oggetto che ci ricorda un momento felice o a una persona che amiamo), ma occorre che sia ancora viva e attuale, e questo soltanto noi possiamo saperlo e ammetterlo con onestà.
  5. Non rimandare mai la decisione, accumulando alcuni oggetti per cui siamo incerti in un limbo dove ci proponiamo di riesaminarli: se l’oggetto rimane occorre decidere quale sarà il suo posto, se invece decidiamo di liberarcene dobbiamo farlo con fermezza, con gioia, e senza rimpianti.
  6. E’ vietato avere ripensamenti: se per ogni oggetto iniziamo a domandarci se potrà prima o poi tornare utile il processo di space clearing si interromperà immediatamente. Occorre invece che ci domandiamo come potrà esserci utile. La risposta sarà illuminante e ci metterà con le spalle al muro, dissolvendo i nostri alibi. La nostra decisione non dovrà mai essere influenzata dal valore economico dell’oggetto o dal prezzo che abbiamo pagato in passato per averlo: a volte il fatto che ci sia costato una fortuna (o viceversa che ne siamo entrati in possesso gratuitamente), ci porta a pensare che sia un peccato privarcene, ma se riusciamo a comprendere che la sua inutilità continua a costarci moltissimo in termini di tempo, spazio, fatica mentale e opportunità perdute allora ci renderemo conto che il prezzo più alto che paghiamo è quello per tenerlo con noi, e improvvisamente ci apparirà chiaro che ci conviene liberarcene.
  7. Se il distacco da alcuni oggetti ci mette in crisi occorre sempre ricordare che non possiamo fare entrare cose nuove nella nostra vita finché non liberiamo, e quindi creiamo, spazio per loro. Ogni oggetto che scegliamo di tenere nella nostra casa corrisponde a un’altro oggetto o a un’altra esperienza che non potrà entrare nella nostra vita, perché il suo posto è già occupato. Per me, che sono sempre curioso di ciò che il destino mi farà scoprire domani, questa consapevolezza è stata una fonte di motivazione decisiva: ogni volta che il mio processo si inceppava di fronte a un oggetto di difficile classificazione, mi domandavo, ad esempio, se preferivo tenerlo o avere tempo per riprendere a scrivere sul blog e la risposta diventava più facile ponendosi un metro di paragone tra il vecchio che lasciavo e il nuovo a cui mi aprivo.
  8. Il decluttering richiede tempo: occorre capire quanto ce ne restituisce in cambio, e trovare il punto di equilibrio, ma soprattutto occorre vederlo come un processo permanente, da vivere con leggerezza e piacere, non come un momento tra una fase di accumulo e la successiva!
  9. Quando il meccanismo dello space clearing si è innescato ci si accorgerà che si inizia a considerare il disfarsi del superfluo come un’esperienza gratificante. Quando ne avrete constatato i benefici, cercherete sempre più spesso queste gratificazioni. Liberarsi delle cose può darci lo stesso piacere che abbiamo avuto nel comprarle. Gli oggetti che ci circondano richiamano la nostra energia e la dirigono verso una dimensione meramente materiale, allontanandola da scopi più nobili e gratificanti verso cui può essere indirizzata la nostra vita.
  10. Liberarci di ciò che abbiamo scartato non significa gettare quello che abbiamo escluso dal nostro futuro. Possiamo regalarlo a chi saprà apprezzarlo perché capace di trarne nuova utilità, oppure darlo in beneficenza. Le cose che finiranno nel pattume saranno molto poche: soltanto quelle che non possono più avere valore né per noi né per nessun altro.

Red, Yellow and Blue by Brice Marden, 1974 - decluttering

DIVERSI LIVELLI DI SPACE CLEARING

Questo percorso può essere interpretato da ciascuno in modo diverso, e condurre a livelli di trasformazione di diversa portata: un primo livello è quello puramente pratico, per cui il decluttering ci porta a trovarci gradualmente circondati da un ambiente più organizzato, dove la quotidianità sarà più piacevole e semplificata. Posso tuttavia assicurare che la trasformazione può operare anche a un secondo livello, decisamente più profondo, facendoci sentire più liberi, e aiutandoci a incanalare le nostre energie nella direzione che abbiamo scelto invece che in quella verso cui ci dirottano tante costrizioni, di cui clutter sono una manifestazione. Eliminare il superfluo – è questo il messaggio ultimo dello space clearing – diventa allora un modo per recuperare l’essenziale, e riordinare anche i nostri obiettivi e le nostre priorità, da cui gli oggetti superflui – insieme a tanti altri fattori – ci stavano inutilmente distraendo.

Summer Table by Brice Marden, 1972-1973 - decluttering

GLI EFFETTI DEL DECLUTTERING

Non sono mai stato un clutterholic, un accumulatore cronico e incallito, ma chi conosce la mia casa sa che il minimalismo non abita certo tra le sue pareti. Ecco perché alcuni amici, da quando mi sentono farneticare di decluttering, varcano con trepidazione la mia porta, aspettandosi di trovarsi di fronte un panorama domestico improvvisamente trasfigurato in una teoria di algide stanze vuote, e restano vagamente delusi nello scoprire differenze apparentemente limitate: la scrivania sgombra, qualche ripiano libero qua e là, qualche oggetto in meno. La scoperta dello space clearing non consiste infatti necessariamente in una rivoluzione esteriore, ma in un nuovo  approccio a tutto ciò che ci domanda tempo ed energie per essere gestito. Gli oggetti (quelli visibili ai nostri ospiti, ma soprattutto quelli che ingombrano inutilmente cassetti e armadi), ma anche i files del nostro PC (i frutti più succosi della mia catarsi sono probabilmente quelli che ho raccolto nello spaceclearing digitale, semplificando il dedalo di cartelle e sottocartelle in cui era organizzato il mio disco fisso) e talora persino certi rapporti personali che assorbono energie senza un reale significato affettivo che ne giustifichi la persistenza (a chi è pronto ad addentrarsi nel delicatissimo dominio dello spaceclearing relazionale, consiglio un post di Michele Nigro, da leggere senza preconcetti).

Grove Group III by Brice Marden - decluttering

Per saperne di più:


Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

5 Responses to “DECLUTTERING! – Puntata 2/2”

  1. Leo

    Articoli illuminanti. Approvo in pieno, finalmente. Trovo che il decluttering (di qualsiasi tipo) sia infine una necessità, attuabile però solo quando si sia davvero pronti ad agire. La forzatura, forse, potrebbe ugualmente funzionare ma sarebbe assente quella componente di gioia di cui parli.
    Grazie per la condivisione e grazie al comune amico Franco che ha segnalato il post segnalandomi indirettamente la lettura.

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    • Francesco Catalano

      Grazie Leo! Hai proprio ragione: c’è un momento in cui il decluttering può essere vissuto pienamente e consapevolmente, mentre rischia di rimanere soltanto una breve parentesi se avvicinato in tempi prematuri. Quando però quel momento arriva, allora l’approccio diventa più spontaneo e più profondo, e può inaugurare davvero un modo diverso e molto più sereno di vivere il rapporto con le cose.

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  2. silvana

    Mi hai rincuorata. Ho iniziato l’operazione, forse per telepatia, lo scorso mese. Credevo di aver sbagliato, ma dopo aver letto il tuo articolo mi sento » sollevata ». Posso cominciare a regalare ciò che ho riposto in una bella scatola. Ho ereditato una bella parete luminosa e lo spazio per un quadro finora nascosto. Vado a procurarmi il libro…

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    • Francesco Catalano

      Brava Silvana!!! Mi piace molto il tuo concetto di aver « ereditato » questa parete e questo spazio perché rende bene l’idea di quello si prova: nessun senso di perdita ma, al contrario, una sensazione di grande e inatteso guadagno!

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