26
maggio 2014

#7 BUM BUM – MABEL

ovvero: come all'alba del XXI secolo un gruppo italodance abbia riportato alla ribalta gli occhialini a raggi X che negli anni 80 promettevano visioni senza veli
Posted by il 26 maggio 2014

X-Ray Spex o X-Ray Gogs: gli occhiali a raggi X commercializzati negli anni 70 e 80

La posizione numero 7 della classifica dei 10 video musicali più assurdi del nostro passato (prossimo) spetta a “Bum Bum” del gruppo italodance dei Mabel. Chi è stato bambino negli anni ’80 non può aver dimenticato una delle più grandi bufale del decennio: gli “X Ray Spex“, i sedicenti occhiali a raggi X che in quel periodo venivano venduti per corrispondenza e pubblicizzati su tutta la stampa immaginabile, da Intrepido a Topolino, promettendo a chi li avesse indossati di vedere sotto ai vestiti di chiunque passasse loro davanti. Ispirati da queste lenti prodigiose, i Mabel hanno sfoderato nel 2000 una piccola video-chicca in cui il frontman del progetto, Paolo Ferrali, se la spassa un mondo a mettere a nudo i passanti.

L’ASSURDO E IL SUBLIME DI BUM BUM – Mabel

E’ assurdo perché: Utilizzando uno degli oggetti più assurdi di tutti i tempi il video acquisisce a pieno diritto lo status di assurdo per la semplice proprietà transitiva 🙂

E’ sublime perché: L’astuto stratagemma di solleticare il segreto voyeurismo nascosto in ognuno di noi ci porta a tergiversare senza staccarci dal video fino all’ultimo nanosecondo, nella inconfessabile aspettativa di vedere qualcosa di più pruriginoso delle giarrettiere della attempata signora del secondo 1.40 o del barboncino depilato del secondo 2.22: vane speranze che riflettono esattamente le frustrazioni degli incauti acquirenti degli X Ray Spex del secolo scorso 🙂

X-Ray Spex o X-Ray Gogs: gli occhiali a raggi X commercializzati negli anni 70 e 80

P.S. I SEGRETI DEGLI X-RAY SPECS (O X-RAY GOGS): I FANTOMATICI OCCHIALI A RAGGI X

A chi è nato troppo tardi per imbattersi negli X-Ray Spex è forse il caso di raccontare meglio in cosa consistesse questo indimenticabile oggetto-icona della giovinezza di chi li ha preceduti. Ovviamente gli occhiali non mantenevano nemmeno lontanamente la propria promessa di vedere attraverso i vestiti, e non permettevano di vedere altro che un’immagine sdoppiata e confusa della realtà grazie a due piccoli fori praticati al centro di due lenti di cartone. Oggi è difficile persino immaginare come qualcuno potesse credere davvero di acquistare uno strumento così prodigioso per poche migliaia di vecchie lire, eppure il suo inventore Harold Nathan Braunhut fondò un vero e proprio impero vendendo per corrispondenza in tutto il mondo questa ed altre simili invenzioni farlocche (come le non meno suggestive “Scimmie di mare” che meriterebbero un post a parte).
Su internet non si contano i contributi che spiegano, tra lo scientifico e il faceto, la reale funzionalità degli occhiali e il segreto del loro business pluridecennale spingendosi anche ad analizzarlo come vero e proprio fenomeno di costume di quegli anni. Come scrive infatti Ciro Sabatino in un articolo-gioiello dedicato all’argomento degli occhiali a raggi X, “non esiste nessun maschio adulto, dall’età compresa tra i quaranta e i sessant’anni, che per almeno una notte, nella vita, non abbia desiderato comprarli“. Una osservazione che racchiude tutta la portata del fenomeno X-ray Spex è quella di Francesco Gori che in un post di pochi mesi fa scriveva: “Nella società di allora fu un oggetto che attirò l’attenzione per diversi motivi: non era certo l’epoca attuale, dove nudo e porno sono pane quotidiano, facilmente rintracciabili su internet. Era un oggetto di evasione, di ribellione, di libertà sessuale al costo di qualche pezzo da mille lire“.

X-Ray Spex o X-Ray Gogs: gli occhiali a raggi X commercializzati negli anni 70 e 80

Per scoprire gli altri video della classifica:

Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

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