30
ottobre 2012

GLI UFFICI DI DER SPIEGEL AD AMBURGO

ovvero: come il designer danese trasformò la sede del più diffuso settimanale tedesco in un pulsante affresco policromo del suo tempo e del futuro a cui aspirava
Posted by il 30 ottobre 2012

L’interior design della sede della rivista tedesca Der Spiegel ad Amburgo, con la sua celebre Spiegelkantine (la mensa per i dipendenti situata al piano terra dell’edificio), rimane sicuramente uno degli esempi più emblematici e spettacolari dell’estetica del designer danese Verner Panton applicata all’architettura degli interni.

VERNER PANTON Spiegel Publishing House - Area viola della mensa

VERNER PANTON Spiegel Publishing House - Flowerpot

DER SPIEGEL E VERNER PANTON:

Le origini del progetto

Nel 1969 la celebre testata giornalistica tedesca decise di trasferirsi in un nuovo, modernissimo, quartier generale (il terzo della sua storia) nel cuore di Amburgo, in Ost-West Strasse. Il progetto dell’edificio fu affidato a Werner Kallmorgen mentre Verner Panton fu chiamato da Hans Detlev Becker, allora a capo della casa editrice, a disegnare completamente buona parte degli interni: la grande lobby e il cortile all’entrata dell’edificio, la mensa per i dipendenti e la zona bar, la piscina per i dipendenti nel piano interrato, le sale conferenze e le lounge del primo piano. Per assicurare una coerenza con i piani superiori gli fu chiesto anche di progettare le palette cromatiche dei corridoi delle principali zone uffici, differenziate per ognuno dei piani.

VERNER PANTON Spiegel Publishing House - Area ArancioneVERNER PANTON Spiegel Publishing House - Mensa - Canteen

DER SPIEGEL E VERNER PANTON:

Il principio del Total Environment

La coerenza a 360° del progetto era in effetti un obiettivo centrale nel pensiero e nel modo di progettare del designer danese, che utilizzava l’espressione “total environment” per esprimere questo suo approccio. Negli spazi che gli erano stati affidati il designer danese era infatti solito curare non solo il layout degli ambienti, ma anche il 100% degli elementi di arredo, dalle lampade ai tessuti, dalle sedute imbottite ai pannelli modulari per rivestire pareti e soffitti. Anche negli uffici di Der Spiegel tutti questi elementi erano infatti prodotti industriali o prototipi disegnati da Panton (con la sola eccezione di alcuni degli arredi prodotti da Knoll International). Vero cardine dell’interior design dell’edificio era però innegabilmente il colore: sicuramente uno degli strumenti che il designer danese sapeva usare con più abilità per assicurare una logica comune alle diverse stanze, come nel caso del Varna Restaurant o delle installazioni Visiona 0 e Visiona 2.

VERNER PANTON Der Spiegel, Amburgo, GermaniaVERNER PANTON Der Spiegel - Hamburg, Germania

DER SPIEGEL E LA SPIEGELKANTINE:

Le reazioni controverse dei contemporanei

Anche quello di Der Spiegel, come molti altri avanguardistici progetti di Verner Panton, ha dovuto fronteggiare non poche difficoltà per essere accettato, innanzitutto da parte dei giornalisti che lavoravano nell’edificio: in una newsletter interna dal 3 febbraio, 1969 gli stessi redattori dello Spiegel descrivevano le “stravaganze” decorative degli interni come un’amalgama di “geometria e colore, cozze, vetro e luci scintillanti“. In un editoriale di un numero speciale di Spiegel del 1995 dal titolo “Das Jahrhundert des Design” (Il secolo del design) Stephan Burgdorff parlando della Spiegelkantine scrive che “la frenesia di colore non ha fatto altro che innervosire i dipendenti di Der Spiegel” mentre Hellmuth Karasek, redattore della rivista dal 1974 al 1996, ha recentemente accusato il design di Verner Panton di un vero “contrasto con il serio lavoro svolto dai redattori dello Spiegel“.

VERNER PANTON Spiegel Publishing House - Hamburg, Germania - Pool

DER SPIEGEL E LA SPIEGELKANTINE:

Il nuovo destino della Spiegelkantine

Fino a poco tempo fa la Spiegelkantine era uno degli ultimi progetti di interior design di Verner Panton ancora esistenti e visitabili: se la piscina fu infatti distrutta in un incendio pochi anni dopo la sua realizzazione e l’intera area dell’ingresso è stata ampiamente ridisegnata negli anni ’90, quando ancora le opere di Panton non erano state sufficientemente valorizzate, la mensa aveva invece mantenuto fino al 2011 la sua forma e gli arredi originali, ed era possibile visitarla purché accompagnati da un dipendente della casa editrice.

VERNER PANTON Spiegel Publishing House - Entrance and CourtyardNel 2007 però il gruppo editoriale Spiegel, ormai troppo cresciuto per gli uffici di Ost-West, ha affidato a Henning Larsen Architects il progetto di una nuova sede di 50.000 mq nella Hafencity, il nuovo quartiere sorto nel vecchio porto di Amburgo sulle rive dell’Elbe. E’ in questo edificio che la società, dopo 4 anni di lavori,  ha spostato il suo quartier generale. Dal 7 novembre 2011 la vecchia Spiegelkantine, ultima superstite dell’opera di Panton, è rimasta sola nel vecchio edificio deserto di Ost-West. In effetti qualcosa del progetto di Panton ha seguito Der Spiegel nella nuova sede: un certo numero di Spiegel dashboards (i moduli quadrati in plastica che incorporavano il sistema a luce indiretta progettato da Panton), sono stati reinstallati su una vertiginosa parete della nuova caffetteria al quinto piano dell’edificio di Hafencity. Gli fanno compagnia qualche grappolo di Flowerpot Lamp (i lampadari che pendevano innumerevoli sui tavoli della mensa), un piccolo gregge di alcune nuove Amoeba chair di Panton disposte su qualche metro quadrato di moquette disegnata dal designer per Mira-X: minuscolo ma doveroso, omaggio al nostro eroe.

VERNER PANTON nuova sede di Der Spiegel HafencityDalla scorsa settimana però, se avete nostalgia della vecchia mensa di Der Spiegel c’è una buona notizia: per visitarla non serve nemmeno più farsi accompagnare da un dipendente dello Spiegel, ma può bastare una visita al Museum für Kunst und Gewerbe, il museo di arti decorative di Amburgo, dove la mensa, smontata con cura pezzo dopo pezzo, è stata ricomposta in uno spazio esclusivo di 1000 mq dedicato a questo cimelio del design che dal 20 ottobre 2012 è finalmente accessibile a tutti. In realtà non tutta la Spiegelkantine è stata messa in mostra, ma soltanto i 150 metri quadrati della cosiddetta “area arancione”, circa la metà della mensa originale. Sufficienti comunque a respirare un ultimo soffio di storia del design, avvolti nel total environment di un’esperienza 100% Made in Panton.

Gli altri 3 post della serie dedicata al mondo di Verner Panton:

  1. La biografia e i progetti di Verner Panton
  2. Le esposizioni Visiona 0 (1968) e Visiona 2 (1970) per Bayer a Colonia (Germania)
  3. Il Varna Restaurant di Arhus (Danimarca) del 1971

VERNER PANTON Spiegelkantine Museum für Kunst und GewerbePer saperne di più:

  • la scheda del progetto di Der Spiegel e della Spiegelkantine sul portale ufficiale di Verner Panton
  • Il sito del Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo, se volete programmare un piccolo pellegrinaggio alla Spiegelkantine
  • il minisito della Spiegelkantine dove ritrovare le interessanti foto dello smontaggio e del rimontaggio della mensa… e il numero di telefono per affittarla (da novembre 2012 si potrà fare anche questo!)
  • un eccezionale articolo di Stylepark che mi ha aiutato a orientarmi tra le diverse sedi dello Spiegel per capire che fine abbia fatto la Spiegelkantine e dove ho trovato le testimonianze-gioiello dei redattori della rivista contrari al design di Panton.
Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

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