08
ottobre 2014

CONVERSAZIONE SUL MATRIMONIO

ovvero: come le unioni più durature nascondano il più semplice (e il più difficile) di tutti i segreti.
Posted by il 08 ottobre 2014

Una scelta soddisfacente tra la vita di coppia o quella da single si ricava solo da una attenta e complessa valutazione.

Un orientamento positivo verso il matrimonio o la formazione di ogni altro tipo di coppia stabile è solitamente indotto dalle tradizioni famigliari, dal desiderio di avere figli, da esempi positivi nel proprio entourage, dall’idealizzazione della vita di coppia, dall’attaccamento amoroso e/o dall’attrazione sessuale verso una persona, talvolta anche dal timore della solitudine, etc.

Un orientamento opposto è solitamente sostenuto dal senso di autosufficienza e di autonomia decisionale, dall’aspirazione a vivere una pluralità di esperienze, dal rifiuto di qualunque limitazione della libertà personale, da una spiccata ambizione carrieristica, etc..

il fumetto degli anni 70 "Love is..." (Amore è...) disegnato da Kim Casali

Un aiuto sostanziale alla soluzione del problema è offerto dai risultati delle ricerche di Psicologia Sociale. Dato per scontato un equilibrato interesse per il sesso, si è scoperto che una vita sufficientemente felice prima delle nozze statisticamente implica un matrimonio altrettanto felice, sebbene non si possa escludere qualche eccezione a questa regola: è ovvio che il matrimonio non può rappresentare un rimedio sicuro nei confronti dell’infelicità.

E’ stato anche dimostrato che peculiari aspetti del carattere – come la pretesa di avere sempre ragione, la scarsa socievolezza, la eccessiva selettività nei gusti, una certa tendenza all’egocentrismo, la sensitività/rancorosità – come pure pregresse esperienze adversative famigliari (conflitti interpersonali e/o trascuratezza affettiva subita nell’infanzia) predispongono negativamente alla vita di coppia e quindi suggeriscono il celibato.

Infine, chi eccede nel trovare difetti negli altri, senza riconoscere i propri, quantunque eclatanti, non è un buon candidato al matrimonio, come ad ogni altro tipo di unione stabile di coppia, finché non si corregge.

il fumetto degli anni 70 "Love is..." (Amore è...) disegnato da Kim Casali

Emerge, dunque, da quanto detto che il matrimonio si addice alle persone che hanno raggiunto un grado di maturità tale da consentire di provare affetti profondi, duraturi, incondizionati. Secondo Erich Fromm, questo traguardo è contrassegnato dalla conquista della libertà di essere anziché di avere, quindi dalla responsabilizzazione a dare, ben differente dall’arbitrio di sfruttare cose e persone. Sinteticamente, volere bene al/alla partner nel matrimonio significa rinunciare agli aspetti egoistici della propria autonomia per conseguire una più piena autorealizzazione nella relazione coniugale.

il fumetto degli anni 70 "Love is..." (Amore è...) disegnato da Kim Casali

Il matrimonio, pertanto, è un passo così significativo che dovrebbe essere affrontato da soggetti che hanno percorso tutto l’iter evolutivo dell’acquisizione di una piena individuazione personale e di una altrettanto ampia coesione sociale. Lungo questo percorso formativo, i giovani “assorbono” inconsapevolmente i comportamenti “matrimoniali” di base dagli esempi offerti loro dai genitori e/o da altri adulti ritenuti affidabili; si tratta però di un apprendimento teorico, che non può poi tradursi in comportamenti pratici se non attraverso un impegno intenzionale paziente e una continuativa disponibilità a mediare.

il fumetto degli anni 70 "Love is..." (Amore è...) disegnato da Kim Casali

Non hanno, allora, probabilità di successo i matrimoni per disperazione né tantomeno i matrimoni forzati. Meglio riusciti risultano invece altri tipi di matrimoni, come i cosiddetti matrimoni totali (propri delle coppie “isolate” o perlomeno distaccate, quasi nevrotiche), i matrimoni conflittuali (strane convivenze tra persone continuamente in litigio/screzio, brontolone, irritabili, che tuttavia giudicano accettabile il proprio menage, rinsaldato dai bisticci).
Ma soprattutto risultano duraturi e soddisfacenti i cosiddetti matrimoni passivo-congeniali, più noti come matrimoni razionalmente combinati (unioni pattuite dai membri della coppia nella convinzione maturata logicamente che esse rappresentino sistemazioni convenienti e sufficientemente positive allo scopo di creare una famiglia).

il fumetto degli anni 70 "Love is..." (Amore è...) disegnato da Kim Casali

Le unioni coniugali che offrono le migliori premesse sono infatti quelle che – senza abdicare ai sentimenti – si basano anche su questo ultimo tipo di riflessioni e di reciproca consapevolezza, perché solo un “contratto” – o se vogliamo un tacito ma solido accordo reciproco – stipulato tra persone oneste, realiste, flessibili e disponibili a compromessi può massimizzare la durata dei matrimoni. Infatti, gli sposi che siano legati da una sincera, solida amicizia, quindi concretamente disincantati, possono organizzare la propria vita in comune in modo tale da renderla idonea a continuare lungamente.

Questo risultato può invece essere raggiunto solo eccezionalmente da quegli sposi tanto romanticamente suggestionati da aspettarsi che sia solo l’amore a determinare la riuscita e la durata della loro unione.

Uno dei miei maestri, durante la specializzazione in Psicoterapia Comportamentale, ripeteva spesso: “La democrazia rimane lettera morta se ogni cittadino non fa qualche cosa per realizzarla e mantenerla; lo stesso vale per il matrimonio”.
il fumetto degli anni 70 "Love is..." (Amore è...) disegnato da Kim Casali
Per saperne di più:

  • M.Farnè & A.Sebellico – “PSICOLOGIA E VITA. Come conoscere se stessi e gli altri” – Edit. Selezione dal Reader’s Digest S.p.A., Milano 1985 [Cap.2, pag. 477-486]
  • E.Fromm – “Avere o essere” – Edit. Mondadori, Milano 2001
  • La Pinboard di Gorgonia su Pinterest dedicata alle celebri vignette “Amore è…” di Kim Grove Casali che illustrano il post
Alberto Catalano

Alberto Catalano

Alberto Catalano, laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali presso l’Università di Parma. Dopo molti anni di esperienza clinica come Primario ospedaliero, dal 1983 si è dedicato alla professione di Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e poi all’insegnamento della Psichiatria all’ASCCO (Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive di Parma). Oggi si dedica allo studio della Paleo-antropologia e alla pratica amatoriale dell’Archeologia Preistorica.

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