Se il 2014 mi ha lasciato un piccolo rimpianto è quello di aver mancato, per un paio di giorni, una visita all’installazione “Hybridations” nelle serre del Jardin des Plantes di Parigi, dove dal 6 settembre al 24 novembre 2014 Alexis Tricoire ha messo in scena centinaia di spazzole di forme e colori diversi, recuperate tra gli avanzi e gli scarti di produzione delle aziende consociate alla “Fédération Française de la Brosserie“.
Scovolini cilindrici, cupole ispide di setole, striglie, spazzole circolari, pennellesse e scope difettose hanno trovato nella vegetazione del Jardin des Plantes un loro nuovo habitat, trasformandosi in una flora surreale, protagonista di una quarantina di scenografie in cui naturale ed artificiale si confondono, come i confini tra arte, design e marketing esperienziale.
Alexis Tricoire è uno dei primi esponenti francesi del design vegetale – giovane disciplina che combina la botanica all’architettura e all’espressione artistica – e con la sua agenzia Végétal Atmosphère esplora dal 2006 i sottili confini tra piante e oggetti. Oggi le sue realizzazioni stanno raggiungendo una scala più ampia e i progetti di Alexis Tricoire si stanno spostando dalle singole sculture vegetali a scenografie verdi più complesse – come questa – che realizza per committenze pubbliche e private.
L’esposizione “Hybridations” nasce nel quadro degli eventi associati alla Paris Design Week e, oltre al designer e alla federazione dei produttori di spazzole, ha coinvolto anche un partner italiano: l’azienda illuminotecnica I Guzzini, che ha messo a punto i sistemi di illuminazione policroma a led che hanno enfatizzato l’atmosfera onirica della mostra.
La quarantina di scenografie realizzate da Alexis Tricoire, di cui le immagini che accompagnano questo post offrono solo un piccolo assaggio, hanno coinvolto tutte le serre del Jardin des Plantes, rinnovate nel 2010 – la serra delle foreste tropicali umide, la serra dei deserti e delle zone aride, la serra della Nuova Caledonia e la serra della storia botanica – di cui il designer ha cercato di interpretare i diversi climi dando vita a creature floreali molto differenti.
Questa moltitudine di sorprese è stata resa possibile dalla varietà dei segmenti di attività della federazione dei produttori francesi di spazzole, che ufficialmente ne censisce cinque: cura del corpo, pittura, industria, belle arti e pulizia. Per ognuno di questi segmenti esiste una sorprendente ricchezza di spazzole, di forme, colori e dimensioni diverse, nate per una vera infinità di usi, da quello domestico alla metallurgia, dal trattamento delle pelli all’autolavaggio. Nello spettacolo del Jardin des Plantes, ciascuna di esse ha potuto ritrovare un nuovo ruolo da impersonare, trasformandosi per qualche settimana in lussureggianti infiorescenze, cactus spinosi, liane tortili, corolle galleggianti, rizomi pelosi, grappoli succulenti, fiori tappezzanti, radici aeree di piante epifite e altre meravigliose presenze, a volte quasi indistinguibili dalla vegetazione reale, con un effetto spiazzante in cui il confine tra naturale ed artificiale sembra confondersi in una vera e propria ibridazione, esattamente come promesso dal titolo della mostra.
Se però il destino ha deciso di farmi giungere a Parigi solo 48 ore dopo la conclusione dell’evento, allora forse una ragione ci sarà: magari voleva lasciarmi godere la suggestione di queste scenografie libero dalle pretenziose interpretazioni degli organizzatori e dello stesso designer, che nel comunicato stampa scomodano l’ecologia per dare una non necessaria giustificazione all’installazione che a loro dire intendeva indurre implicitamente i visitatori a “risvegliare la propria coscienza ecologica” per “riflettere alle soluzioni per ottenere un mondo senza prodotti derivati dagli idrocarburi”. Certo, tutti vorremmo un mondo simile, ma di fronte alle creature di Alexis Tricoire devo ammettere che non si è innescata in me questa importante presa di coscienza. Mi accontento però di appagarmi di questo spettacolo attraverso le splendide foto di Yann Monel, Manuel Cohen, F-G Grandin, Sandra Bernard e Lise Crepeau che illustrano questo post. E illudermi che la sola compagna di tanta inattesa bellezza sia stata quella deliziosa ironia che ai miei occhi resta la setola più preziosa di questa mirabolante installazione.
Per saperne di più:
- La scheda dell’evento sul sito ufficiale del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi
- Il sito ufficiale del Jardin des Plantes che ha ospitato l’esposizione
- Il sito ufficiale di Alexis Tricoire
Grazie per l’aiuto. Luca Trentino