Per inaugurare la nostra quadrilogia di post dedicati alla terminologia psicologico-psichiatrica, la prima distinzione che merita qualche chiarimento è quella tra mente e cervello.
Alla nascita, il nostro cervello è come lo hardware di un elaboratore nuovo, pronto per essere caricato con programmi operativi che ne rappresentano il software. La programmazione mentale consiste pertanto nell’istituzione di modelli e categorie di riferimento, detti tecnicamente sistemi di convinzioni. Nel corso dei primi anni di vita (età evolutiva), la programmazione della mente avviene a un ritmo sostenuto, mentre in seguito (età della maturità) rallenta progressivamente. In età involutiva (che a seconda degli autori inizia a età diverse, attorno al 60° anno) è ancora possibile qualche nuova acquisizione, ma questa richiede forte motivazione e un più impegnativo lavorio neuropsicologico. Via via che viene acquisita, la programmazione mentale tende a mantenersi indefinitamente, costituendo quel complesso di archivi mnemonici, schemi comportamentali, competenze, potenzialità operative, etc… che correntemente chiamiamo mente.
In condizioni normali, finché non subentra una patologia neuro-psichica o si presenta un significativo deterioramento funzionale, l’Io si mantiene costante, quindi la mente non può essere modificata da interventi esteriori, ma solo dal soggetto, né i suoi contenuti possono essere sostituiti o manipolati. Solo in seguito a eventi eccezionali che perturbino profondamente l’integrità psicofisica del soggetto e/o a interventi intenzionali speciali (come per esempio una Psicoterapia, un ulteriore ciclo di esperienze, l’applicazione ad un nuovo apprendimento strutturato, etc…) si possono rettificare i sistemi di convinzioni personali. La loro stabilità rappresenta un indubbio vantaggio quando essi promuovono l’auto-realizzazione e altre attività che generino benessere psico-somatico.
Purtroppo, questa condizione ottimale non riguarda tutti noi: alcuni individui – per molteplici ragioni ambientali, sociali, personali, patologiche, etc. – acquisiscono una programmazione mentale incompleta o comunque sfavorevole, oppure subiscono un danneggiamento della programmazione mentale già istituita, che impedisce una regolare crescita dell’Io e un soddisfacente adattamento ambientale e socio-culturale, col risultato di patire un più o meno grave malessere psico-somatico. Questi soggetti – pur non risultando ammalati/patologici secondo i comuni criteri della Medicina – tuttavia conducono una vita contrassegnata da scontentezza, insoddisfazione, malumore, se non addirittura sofferenza psichica e/o psicosomatica, per compromissione funzionale della sfera emozionale (empatia, affettività, etc…) e della sfera inter-personale (comunicazione, disponibilità occupazionale, etc…).
Le più sofferenti di tali persone appaiono perlopiù immature, isolate, scontente, disforiche e conducono una vita complessivamente e continuativamente inquieta, disturbata, spesso limitata da intolleranze e frustrazioni. Gli individui afflitti da questa situazione sono tradizionalmente denominati soggetti caratteriali. Di più frequente riscontro sono, invece, gli individui che – pure mal-programmati – tuttavia appaiono di solito esteriormente “normali”, ma mostrano qualche problema, personale o interpersonale, solo quando sottoposti a qualche fattore dis-stressante per loro significativo: queste persone sono tradizionalmente denominate soggetti nevrotici (di cui parlerò più a fondo in un prossimo post dedicato in modo specifico a chiarire le differenze tra psicosi, nevrosi e disturbi della personalità).
Per saperne di più:
- il secondo post del piccolo glossario di terminologia psicologico-psichiatrica dedicato a disturbo organico e funzionale, malattia, segno, sintomo e sindrome
- il terzo post del piccolo glossario di terminologia psicologico-psichiatrica dedicato a nevrosi, psicosi e disturbi della personalità
- il quarto post del piccolo glossario di terminologia psicologico-psichiatrica dedicato alle differenze tra Psicologo, Psichiatra e Neurologo
- il profilo Behance di Irina Markovskaya, l’illustratrice russa autrice di tutte le immagini che accompagnano il post
Ringrazio tutti coloro che hanno mostrato interesse e apprezzamento per le mie piccole note; sono spronato dalle parole di stima a continuare sulla strada intrapresa, sforzandomi di non diventare noioso né pedante. A presto, dunque e tanti, cordiali auguri per le prossime festività
Egregio Professor Catalano,
La ringrazio molto perché il Suo intervento è per me illuminante, utile ed estremamente comprensibile.
Attendo il prossimo intervento sulle differenze tra psicosi, nevrosi e disturbi della personalità, che mi incuriosisce tanto!
Grazie, grazie, grazie Federica
argomento davvero affascinante!!attendo le prossime puntate.
Maria Brad.