04
ottobre 2010

GOCCIA A GOCCIA

ovvero: come l'attenzione di Novoceram ai consumi d'acqua abbia trasformato il Cersaie 2010 in uno scenario da ventimila leghe sotto i mari
Posted by il 04 ottobre 2010

La prima volta che uno stand che avevo progettato è stato smantellato, ho avuto la sensazione che una parte di me fosse scomparsa per sempre. I progetti però sono come bambini: si possono concepire, cullare, proteggere, ma la loro vita resterà solo nelle loro mani, e in quelle del destino. I più docili invecchieranno al mio fianco, ai più ribelli non potrò impedire di scegliere strade diverse da quelle che avrei sperato, alcuni saranno ancora vivi quando io non lo sarò più, altri invece  sono scomparsi prima di me.

Tra il dire e il fare c’è però – è proprio il caso di dirlo – il mare, e qualche volta il distacco non è così facile. Oggi è una di quelle volte: decidermi a dire addio alle magie acquatiche dell’ultimo stand che ho disegnato per Novoceram al Cersaie 2010 è uno sforzo che non riesce proprio ad apparirmi naturale. Provo allora a distrarmi raccontandovi qualcosa di lui, a cominciare dal suo nome fatto di una sola lettera “Ô” : per un italiano una semplice vocale con un arcano accento circonflesso, per un francese il suono della parola acqua (eau), l’elemento vitale più minacciato del pianeta.

Ô è un vero inno all’acqua, una favola liquida che ho scritto tutta d’un fiato non appena ho scoperto che l’impegno dell’azienda nel contenimento dei consumi idrici stava dando un frutto concreto: il 30% di risparmi d’acqua rispetto all’anno precedente. Nemmeno un messaggio così profondo obbliga però a prendersi troppo sul serio, ed ogni designer ha il dovere – come dice il saggio Alain Lardet – di portare sempre un po’ di bonheur, di felicità, a chi ascolterà il suo messaggio.
E così anche questa volta, l’ecologia made in Novoceram ha scelto la strada dell’ironia e del colore per raccontarsi agli 83286 visitatori del Cersaie, come era accaduto per L’Echappée Verte o per Ecovintage: tra carpe tuffatrici, coralli macroscopici e oblò sottomarini l’acqua è diventata una metafora leggera ed avvolgente dell’impegno dell’azienda, lontana anni luce dalla tentazione autocelebrativa di esplicitarlo per filo e per segno.

Un linguaggio comune che in ognuna delle tre macro aree dello stand trova un’espressione diversa: nel grande portico esterno assume la forma di un muro trasparente di acqua virtuale da trafiggere per entrare nello stand, come una piscina verticale attraverso cui si scorgono i loghi della maison deformati dalle onde.
Da lì l’occhio sprofonda negli abissi di un cannocchiale prospettico di portali a forma di goccia, sulla scia di un banco di pesci cristallini di quasi 20 metri che si insegue tra le stanze dedicate alle nuove collezioni della maison: pareti come scogliere attraversate da oblò digitali che lasciano trasparire i riflessi del mondo subacqueo di Novoceram.

Accanto, nella grande sala trattative, l’innocua minaccia di una colonia di meduse galleggia sulle teste dei clienti, che le osservano intorno a tavoli sinuosi come flutti. Su un lato le nuove collezioni di rivestimenti accendono il blu dei loro colori vivaci, mentre tante gocce virtuali disegnano sull’acqua una ipnotica sequenza di cerchi concentrici.

Mi sono affezionato a tanti progetti effimeri, eppure a questo stand mi lega qualcosa di più, confermandomi che sono le complementarità che ci fanno innamorare più delle somiglianze, dal momento che Ô è il più distante da me di tutti gli stand che ho disegnato per Novoceram negli ultimi anni, a cominciare dai suoi colori, il blu ed il bianco, a cui sono atavicamente allergico.

Le luci del Cersaie si sono spente, e da domani nuovi cuccioli di stand reclameranno di essere allevati, ma quando sentirò la mancanza di Ô mi consolerà sapere che anche questa favola termina con un lieto fine, scritto nelle infinite possibilità della seconda vita che sta per incominciare per tutte le sue parti: i 400 pesci del soffitto, rannicchiati dentro i comunicati stampa di Novoceram, sono pronti a salpare per altrettanti viaggi verso le redazioni di mezzo mondo, per raccontare la storia di Ô a chi non ha potuto visitarlo; le sue squame metalliche si spoglieranno dei loro colori sottomarini per ritrovare una collocazione permanente nello showroom aziendale a Saint Vallier; persino la grande parete di plexiglas si ricomporrà altrove, mentre le meduse illumineranno nuove stanze per narrare la loro favola ad altri bambini in carne ed ossa.

Arrivederci Ô !

Per saperne di più:

Francesco Catalano

Marketing manager per passione, interior designer per natura, blogger e autore per destino, vive tra un villaggio nel sud della Francia e l’Emilia Romagna. Direttore Marketing e Comunicazione di Novoceram, la più antica manifattura ceramica francese, studioso di marketing esperienziale e autore del primo libro sui Temporary Store. Accanto all’attività manageriale, svolge anche quella di interior designer nel suo studio dove applica i principi del marketing esperienziale alla progettazione di interni residenziali e commerciali. I suoi progetti hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui la prestigiosa Etoile dell’Observeur du Design.
www.francescocatalano.it

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